Tecnica innovativa per battere l’aritmia
Porta la firma della Cardiologia trevigiana un importante studio sulla cura delle aritmie cardiache appena pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica americana Jacc Clinical Electrophysiology....
Porta la firma della Cardiologia trevigiana un importante studio sulla cura delle aritmie cardiache appena pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica americana Jacc Clinical Electrophysiology.
L'equipe di ricercatori del Ca' Foncello, formata dal dottor Vittorio Calzolari insieme ai colleghi Luca De Mattia, Martino Crosato e Paolo Squasi, è andata a studiare la tecnica dell'ablazione transcatetere, che prevede di creare delle “bruciature” mirate nei distretti del cuore che generano l'aritmia, e quindi la malattia elettrica dell'organo. «Il nostro studio ha dimostrato in un modello sperimentale che esiste un indice numerico (LSI) - che tiene in considerazione la forza di contatto e altri parametri – in grado di misurare oggettivamente la profondità ed estensione della bruciatura. Nella pratica clinica, questo “numero magico” consentirà di eseguire “bruciature” di dimensioni adattate allo spessore delle diverse regioni della parete cardiaca. Ciò consentirà una maggior efficacia dell’ablazione, cioè dell'effetto della bruciatura, e allo stesso tempo una maggior sicurezza per il paziente perché andremo a fare la "giusta" ablazione, né troppo profonda né troppo lieve» sottolinea il dottor Calzolari. L'impiego in fase di sperimentazione del parametro (LSI) ha dato risultati incoraggianti. «Abbiamo tenuto in considerazione LSI anche nel trattamento di pazienti con aritmia e abbiamo potuto osservare un miglioramento dei risultati senza registrare complicanze di rilievo» conclude l'esperto «oltre il 90% circa dei pazienti è rimasta a ritmo regolare dopo almeno un anno dalla procedura. Lo studio ci ha confermato l'affidabilità di LSI che contribuirà a rendere le procedure di ablazione sempre più oggettive».
(v.c.)
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