Teatro delle Voci, giù il sipario Box Record lascia lo studio

L’addio a fine mese per i costi eccessivi. Si rischiano mesi di inattività Fondazione Cassamarca affitterà l’edificio “a tempo” per le registrazioni
TREVISO 07/03/2003 NUOVO TEATRO DELLE VOCI S.LIBERALE nuovo teatro delle voci a s. liberale
TREVISO 07/03/2003 NUOVO TEATRO DELLE VOCI S.LIBERALE nuovo teatro delle voci a s. liberale

Dal primo gennaio la musica non risuonerà più al Teatro delle Voci. Almeno per un po’. Lo studio di registrazione gestito dalla Box Record se ne andrà da San Liberale, dove Fondazione Cassamarca, proprietaria dello stabile, vuole essere l’unica protagonista della gestione. Tra il passaggio di consegne e il rilancio però passerà del tempo, durante il quale lo studio resterà chiuso. I progetti di Fondazione Cassamarca su quella struttura non collimano più con quelli della Box Record che si occupa di tutta l’attività del teatro, dalle registrazioni ai concerti, all’organizzazione artistica. Troppo alti i costi di gestione a carico del privato per ottenere ricavi soddisfacenti.

Dal 2020 invece Fondazione se ne occuperà direttamente affidandolo a chi volesse registrare concerti e album per il tempo necessario all’incisione. Alex Milanese, amministratore di Box Record, non nasconde l’amarezza: «Ci dispiace lasciare, perché in questi anni i risultati sono andati oltre le aspettative. Ma la struttura richiede un impegno troppo grande in termini economici. Non abbiamo ancora chiuso completamente la porta: se ci fosse un aiuto da parte di qualche ente o da qualche sponsor si potrebbero rilanciare le attività». La Box Record non ha trovato però per il momento sostegno nemmeno dalla stessa Fondazione, che non vuole investire per affidare a terzi la gestione, o abbassare l’affitto.

Un progetto insomma che è rimasto solo della Box Record, entrata a San Liberale nel 2013. Lo studio è un gioiellino soprattutto per le orchestre, ma il mercato di Treviso non è lo stesso di Milano, Torino o Roma. Insomma: per arrivare a conoscere e scegliere il Teatro delle Voci, nonostante il nome che si è costruito negli anni, ci vuole tempo; e i costi di gestione, se lo si vuole tenere aperto tutto l’anno, non sono bassi. Box Record per esempio in questi anni non si è limitata alle sessioni in studio, ma ha aperto ai corsi da fonici e ai master. «Abbiamo anche aperto al territorio. Il punto di forza è sempre stato quello di far vivere la struttura anche alla città, quando possibile», aggiunge Milanese.

Una struttura a due facce, che proprio per il suo non essere a Milano o a Roma, è in grado allo stesso tempo di garantire la privacy degli artisti. La scorsa settimana per esempio c’era Solange Knowles, la sorella di Beyoncè. Negli anni sono passati per San Liberale Il Volo, Avi Avital, Paolo Simoni, e la scorsa estate anche De Gregori.

Dal primo gennaio il Teatro delle voci tornerà ad essere un punto di domanda, per la stessa Fondazione, che solo qualche anno fa aveva pensato di venderlo a 12 milioni. Se la gestione in proprio non dovesse funzionare – e senza qualcuno che si occupa solamente dello studio e della sua manutenzione sarà tutto molto difficile – la vendita tornerà ad essere uno scenario possibile. —

Federico Cipolla

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