Tango bond: banca condannata

In appello è confermato il risarcimento
L’avvocato Paolo Ferri di Oderzo
L’avvocato Paolo Ferri di Oderzo
 
ODERZO.
Confermata in appello la sentenza di primo grado: Banca Antonveneta condannata a risarcire una cliente per l'acquisto non autorizzato di bond argentini per circa 30mila euro. Finita dopo 12 anni la battaglia legale di una donna anziana residente a Motta di Livenza. La vicenda ha inizio nel 1999 quando la donna si accorge che dal suo conto presso la filiale opitergina della Banca Nazionale dell'Agricoltura mancano 60 milioni di vecchie lire. Chiede spiegazioni alla banca e scopre che con quella somma sono stati acquistati a suo nome titoli argentini. La donna fa presente di non aver acconsentito a ciò, ma la questione si ferma li. Nel frattempo l'istituto bancario viene assorbito dalla Banca Antonveneta ed il conto della donna viene trasferito nella filiale di via Battisti a Oderzo. Ma la signora non si arrende e per riavere indietro il suo denaro decide di fare causa alla banca. La battaglia giudiziaria inizia nel 2002. Il legale della donna, l'avvocato Paolo Ferri, riesce a dimostrare in primo grado che la sua assistita non aveva in alcun modo acconsentito all'investimento e il tribunale condanna nel marzo del 2005 la banca a restituire l'intera somma investita nel '99. La banca però non si dà per vinta: esegue l'ordinanza esecutiva del giudice che ordina il rimborso dell'intera somma alla cliente ma si appella alla sentenza di primo grado chiedendo a sua volta la restituzione del denaro. Dopo oltre sei anni, il tribunale di secondo grado ha qualche giorno fa rigettato l'appello confermando la sentenza di primo grado. La cliente non deve restituire un euro mentre alla banca spetta anche la rifusione delle spese legali. La cliente non era in nessun modo consapevole dell'operazione, ma soprattutto non aveva acconsentito all'investimento. Del resto per gli istituti bancari esiste l'obbligo di comunicare in maniera trasparente le operazioni effettuate sui conti correnti e soprattutto di far sottoscrivere ai titolari un contratto che formalizzi ciascuna di esse. In sostanza l'avvocato della donna di Motta è riuscito a dimostrare che la cliente non aveva sottoscritto alcun atto scritto oltre a non essere stata debitamente informata sull'investimento effettuato a suo nome. (c.st.)

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