Tabaccai, rivolta contro Bossi
Cartelli contro la tassa sul fumo. «Pronti ad andare in piazza»

Il cartello di protesta apparso alla tabaccheria San Vito
Tabaccai sul piede di guerra contro la tassa sulle sigarette in sostituzione del ticket sanitario. In città fanno capolino cartelli di protesta nei negozi. «Questa proposta sarà un danno enorme per le nostre imprese e favorirà il contrabbando. Se dovesse passare siamo pronti a scendere in piazza», attacca il presidente trevigiano della Federazione italiana tabaccai (Fit) Moreno Manzato.
Fra le prime a manifestare il proprio dissenso, ieri in città, è stata la tabaccheria di piazza San Vito. Il titolare non ci ha pensato due volte ad appendere sul bancone il cartello di protesta diffuso lunedì sul sito della Fit. «Ci scusiamo con i clienti se domani non ci saremo più! Esponenti di Governo vorrebbero imporre un aumento fino a 2 € per ogni pacchetto di sigarette. Ciò provocherà il crollo delle entrate fiscali a solo vantaggio del contrabbando!» - si legge. La protesta è nata all'indomani della proposta del ministro per le Riforme, Umberto Bossi e di alcuni governatori di Regione, convinti che sia meglio una nuova accisa sui tabacchi che l'imposizione ai cittadini dei ticket sulla sanità. In ballo ci sono circa 380 milioni di euro per quest'anno e 834 milioni per il 2012. Secondo la Fit nazionale per garantire la copertura della manovra occorrerà alzare di ben 2 euro (centesimo in più, centesimo in meno) il costo del pacchetto. Ma i tabaccai non ci stanno. In provincia i punti vendita contrassegnati dalla «T» sono 800. «Tutte imprese famigliari o unipersonali che si reggono su questo servizio - spiega Manzato - Il malumore della nostra categoria è già alle stelle. Se dovesse passare una decisione simile, siamo davvero pronti a scendere in piazza. Una manovra simile sarebbe disastrosa per l'erario e per le imprese. Inoltre si finirebbe solo per alimentare il mercato sommerso via Internet e i corrieri transfrontalieri». Soprattutto in una zona come la nostra, dove l'Est, appena oltre la Slovenia e la Croazia, non è poi così lontano. (l.c.)
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