«Subito la tabellazione lungo il Meschio Poi il parco fluviale e stop alle centraline»
fiume da salvare
Un parco fluviale del fiume Meschio, dalle sorgenti in Val Lapisina, fino alla foce, tra Cordignano e Sacile. Lo chiede Legambiente che mercoledì sera, alla biblioteca di Ceneda, ha tenuto un convegno con due esperti come Marco Zanetti e Roberto Guglielmi, il primo idrobiologo, il secono naturalista ornitologo e delegato Lipu. Ma dello stesso parere sono la Lipu di Vittorio Veneto, l’Associazione Pescatori del Meschio e l’Associazione Naturalistica Lorenzoni.
il tunnel
«Dopo lo scempio che si è materializzato, in uno dei siti più suggestivi del fiume, in località la Sega, con il ponte d’uscita (o d’ingresso) del tunnel di Santa Augusta», afferma Massimo De Nardi, esponente dell’associazione, «non possiamo permettere altri sfregi» . Quindi? «Perentorio il no», fa sapere Bruno Marchetto, coordinatore di Legambiente oltre che referente dell’Associazione Pescasportivi del Meschio, «a nuove centraline idroelettriche».
le centraline
Ben 37 sono le derivazioni, da Vittorio Veneto a Cordignano. Di un impatto unico, affermano gli ambientalisti, quelle che si trovano lungo l’asta che attraversa la città. E che, in alcuni casi, provocano addirittura inquinamento acustico, tanto da ottenere dal sindaco Antonio Miatto un intervento di sospensione.
la fauna
«Il Meschio è Sito d’Importanza Comunitaria per la presenza di un raro vertebrato acquatico, la Lampreda Padana, e mantiene, anche nel suo tratto urbano, una vitale popolazione di Merlo Acquaiolo, uccello la cui vita è legata alla acque fluenti e limpide del fiume», ricorda Marchetto. Marco Dus, capogruppo del Pd in consiglio comunale, ha chiesto la convocazione della Commissione municipale ex Carnielli per rilanciare, tra l’altro, la sua proposta che nella rigenerazione di un’area così centrale per la città sia previsto un parco attrezzato, con tanto di spiaggia fluviale. «Siamo, fra l’altro, nei pressi di una zona sportiva (Palasport, Piscine, Stadio di atletica, Victoria, probabile campo di rugby), attraversata da una pista ciclopedonale tra le più frequentate del Veneto».
le proposte
In prossimità del centro di Meschio, l’omonimo fiume lambisce l’ex caserma Gotti e un progetto depositato ai piani alti di piazza del Popolo prevede che anche una parte di questo presidio sia trasformata in un’area attrezzata a parco. Recenti lavori del Genio Civile hanno risolto, in zona, problemi di stagnazione delle acque che si trascinavano da tempo.
le esondazioni
Scendendo verso San Giacomo, il Meschio ha qualche problema di tenuta. Esonda, in caso di precipitazioni abbondanti, là dove incrocia la pista ciclopedonale. È già stato messo in sicurezza, ma sarebbero necessari ulteriori interventi, così come in area San Martino di Colle Umberto e, soprattutto, prima di entrare a Cordignano.Come prima tappa della concretizzazione del parco fluviale, Legambiente provvederà a tabellare le rive indicando pesci, uccelli, altri elementi di biodiversità.
Fin dalle sorgenti, un sito di suggestiva bellezza che andrebbe, però, meglio strutturato.
stop aggresioni
«Già negli anni ’90», ricorda De Nardi, «erano state presentate proposte di tutela e protezione. Dopo trent’anni bisogna passare dai buoni propositi ai fatti, decidendo non solo di stoppare le centraline, ma anche di evitare ristrutturazioni incompatibili degli edifici rivieraschi, o di fare coltivazioni non pertinenti. Il fiume deve rimanere allo stato naturale».
non solo acqua
Negli ultimi decenni, negli interventi sul fiume e nelle progettazioni finalizzate al recupero dei manufatti storici sul Meschio, non si è mai tenuto conto – sottolinea Legambiente – dell’interazione tra le dinamiche idrologiche, ecologiche, geo-morfologiche e storiche del fiume. «È stato privilegiato esclusivamente l’aspetto idrologico del fiume a danno soprattutto della sua funzione di corridoio ecologico». Di qui l’esigenza di invertire la rotta realizzando un parco. —
Francesco Dal Mas
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