Stupro sulla panchina in Ghirada, 4 anni al profugo

AGOSTINI TREVISO INTERVISTE FURTI ZONA RESIDENZIALE GHIRADA
AGOSTINI TREVISO INTERVISTE FURTI ZONA RESIDENZIALE GHIRADA

È stato condannato a quattro anni di reclusione, la Procura ne aveva chiesti sei anni e otto mesi, il nigeriano di 27 anni, richiedente asilo, che lo scorso giugno venne accusato da una diciottenne di violenza sessuale. Da una parte c’era una ragazza bellunese di 18 anni che aveva puntato il dito contro lo straniero, sostenendo che l’avesse violentata su una panchina di un parco nella zona della Ghirada. Dall’altra c’era un nigeriano di 27 anni che sosteneva che quello avuto sulla panchina era stato un rapporto sessuale consenziente. E, a dimostrazione di quanto sostenuto, aveva indicato, durante l’interrogatorio, i nomi di tre strutture ricettive, tra alberghi e B&B, ai quali aveva chiesto, assieme alla ragazza, di pernottare per una notte. Alla fine il nigeriano era stato arrestato per violenza sessuale.

L’incontro

La vicenda inizia in una serata di giugno quando la diciottenne di Belluno incontra, in zona stazione vicino ai giardini di Porta Altinia, un richiedente asilo di 27 anni. È un nigeriano, che risiede a Carbonera. I due diventano subito amici. La ragazza racconta di provenire da Belluno e di aver troncato i rapporti con la sua famiglia tanto che da due anni a questa parte non ha più messo piede in casa. Il nigeriano entra subito in confidenza con la ragazza, che ad un certo punto dice di non sapere dove andare a dormire. Il nigeriano si offre così di trovare un B&B o albergo dove passare insieme la notte. A quel punto i due giovani iniziano a cercare un albergo o un Bed and Breakfast assieme. Passano tre strutture ricettive ma nessuno si dichiara disponibile ad accogliere i due giovani. Al terzo no incassato da un B&B in zona Ghirada, la coppia decide di andare a trascorrere la notte su una panchina di un parco della zona. Quando arrivano lì, nessuno sa realmente cosa sia successo. Si sa soltanto che a quel punto le due verità divergono in modo netto. La giovane bellunese sostiene di essere stata stuprata mentre il nigeriano sostiene che il rapporto è arrivato fino ad un certo punto e poi si sarebbe interrotto perché la ragazza avrebbe avuto delle perdite di sangue. Di sicuro c’è che, a notte inoltrata, la ragazza chiama i carabinieri per denunciare di essere stuprata. Dopo un po’ di tempo arriva al comando di via Cornarotta anche il nigeriano, per denunciare lo smarrimento del suo zainetto e del suo giubbotto che aveva lasciato alla ragazza perché si distendesse sulla panchina in attesa che lui andasse a chiedere un passaggio.

l’arresto

A quel punto il nigeriano viene arrestato. Davanti al gip il nigeriano aveva raccontato la sua verità. Una verità del tutto differente da quella sostenuta dalla ragazza che nel frattempo era stata ricoverata all’ospedale per essere sottoposta ad esami ginecologici. E ieri il processo per direttissima nel corso del quale l’uomo, recluso nel carcere di Verona, è stato condannato a quattro anni di reclusione.

Giorgio Barbieri

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