Stupra l’amica di sua mamma Sei anni e due mesi a Zuluaga

La Corte d’Appello di Venezia ha confermato la condanna per il colombiano. Per la violenza alla stazione aveva preso 7 anni e 4 mesi

Ha rifiutato il patteggiamento, che gli avrebbe consentito di dimezzare la pena, perché - ha detto - voleva dimostrare la sua totale innocenza. E ottenere l’assoluzione.

Così non è stato: la Corte d’Appello di Venezia, presieduta dal giudice Enrico Giuseppe Sandrini, ha confermato ieri per il ventisettenne colombiano Cesar Aguirre Zuluaga la condanna a 6 anni e 2 mesi di reclusione per aver violentato un’amica della madre. Una sentenza che la difesa, rappresentata dall’avvocato Carlo Cianci, ha già annunciato di voler impugnare dopo il deposito delle motivazioni, atteso entro 60 giorni.

Il fatto risale al 12 giugno 2010: Zuluaga stava dando un passaggio in auto a un'amica della madre, quando (secondo l'accusa)avrebbe preso la donna per i capelli, picchiata e costretta a un rapporto orale. La vittima, sentita in videoconferenza dalla Spagna, aveva confermato tutte le accuse nel corso del processo di primo grado. Sul banco dei testimoni era finita anche la madre di Zuluaga. La donna visibilmente provata, aveva raccontato la sua versione sui rapporti tra il figlio e la sua amica. Una storia torbida, nata da rapporti clandestini (consumati in casa della madre, dove la connazionale era ospitata) e finita con la violenza sessuale all’interno della vettura.

Una ricostruzione che la difesa aveva contestato con decisione puntando sulla scarsa credibilità della vittima e dei certificati medici da lei esibiti. Zuluaga, da parte sua, ha sempre negato la violenza sessuale al punto da decidere di «giocare» il tutto e per tutto nell’udienza di appello. Basti pensare che difesa e procura generale avevano valutato la possibilità di patteggiare la pena (con conseguente riduzione per il rito) a 3 anni e 8 mesi. Il colombiano non ne ha voluto sapere: «Voglio che sia provata la mia innocenza», ha affermato. E così, ieri, si è andati a processo. Un’udienza celebrata a porte chiuse, circostanza decisamente rara in appello e sulla quale ha pesato probabilmente l’altra violenza sessuale per la quale il colombiano è stato condannato: lo stupro della studentessa universiaria ventenne dietro la stazione ferroviaria di Treviso la mattina del 24 ottobre 2011. In primo grado il colombiano ha avuto una pena di 7 anni e 4 mesi (con rito abbreviato) che ha impugnato in appello.

Il processo si terrà a breve e la difesa punterà su alcuni elementi, a cominciare dal mancato rinvenimento del coltello con cui - secondo la sentenza di primo grado - la vittima fu minacciata. La presenza dell’arma è importante sul piano processuale perché pesa come aggravante: se l’avvocato Cianci riuscirà a dimostrare che Zuluaga non aveva il coltello, allora, il collegio potrebbe partire da una pena più lieve.(s.t.)

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