Striscioni in latino, mistero a Barcon

VEDELAGO. Buio, nessuno in giro se non gli autori degli striscioni stesi furtivamente a Barcon nella notte tra sabato e domenica e il giorno dopo tutto il paese a interrogarsi su quelle scritte in un latino “addomesticato”, stese in bella grafia sui drappi bianchi appesi sulle mura della barchessa di villa Pola e sul sottopasso che collega la frazione con il capoluogo. Quale il significato di quei messaggi, chi il destinatario, chi il mittente? Per ora un mistero. Siamo a Barcon, paese al centro da un paio d’anni di un duro scontro tra favorevoli e contrari all’insediamento in via Terza Armata di un maxi polo agroindustriale. Scontato il collegamento tra il raid notturno e la battaglia ambientalista, archiviata dalla la Regione che nei giorni scorsi ha ufficializzato la cancellazione definitiva dell’accordo di programma alla base dell’operazione. Ma i messaggi, affidati a un latino improbabile, sono criptici e si prestano a svariate interpretazioni. C’è chi li vede come l’espressione della contrarietà all’operato della giunta di Cristina Andretta, che ha brindato alla fine dell’incubo Barcon. Chi li legge come un plauso all’archiviazione di maxi macello, cartiera e casello previsti a nord di via Terza Armata. Chi si lancia nella spericolata tesi di un raid satanista. «Nella vicina Fanzolo», si narra a Barcon, «nel mese di luglio per tradizione si riunisce una setta inneggiante al dio delle tenebre per compiere i suoi riti di inizio estate». I più disincatati - tra questi c’è l’ex sindaco Paolo Quaggiotto - li risolvono con una “ragazzata”. «Macchè riti, macchè battaglie ambientaliste», minimizza Quaggiotto, «Il mio latino si ferma a quello imparato sui banchi di terza media, ma siano davanti a una burla. Qualcuno si sta divertendo». Alla faccia di tutti. Il simbolo, steso dal sottopasso, ricorda il linguaggio massonico. O anche, più prosaicamente, quello usato in un gioco della playstation: “Assasin’s Creed”. Antonietta Vettoretto, la pasionaria del comitato favorevole all’insediamento, si è imbattuta sugli striscioni all’alba di domenica andando al lavoro. «Hanno una bella grafica», ammette, «ma non riesco a interpretarli. Per me, una ragazzata». Indecifrabili anche per Ermes Dondoni, a lungo portavoce del comitato contro macello e cartiera. Qualcuno ipotizza un riferimento all’ex parroco don Eugenio Caron (sarebbe lui quel “Caronium”?). Ieri mattina gli striscioni sono stati rimossi dalla polizia locale che indaga con i carabinieri. Il sindaco Cristina Andretta: «Non entro nel merito della vicenda. Lascio alle forze dell’ordine definirne i contorni. Ritengo si tratti di un’iniziativa di matrice goliardica, che non esito a definire sgradevole in quanto può destare preoccupazione nei cittadini».
Alessia De Marchi
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