Treviso sud, la parrocchia rassicura: «Nessuna speculazione sui terreni della Chiesa Votiva»

Trecento lettere ai fedeli per chiarire il ruolo della parrocchia nel maxi piano urbanistico con Comune, Regione e fondo Numeria: nuova Rsa, studentato, campi sportivi e riqualificazione di aree dismesse, ma «solo con finalità sociali

Federico De Wolanski
Chiesa Votiva
Chiesa Votiva

All’ingresso delle messe nella palestra della Chiesa Votiva ieri mattina c’era un plico di lettere, trecento, andate a ruba.

A scriverle il parroco, all’indirizzo di tutti i fedeli, per rassicurare sulla bontà delle intenzioni alla base del grande accordo di piano che si sta cercando di tessere intrecciando gli interessi della parrocchia, del fondo Numeria, del Comune e della Regione. «Sui terreni della Chiesa Votiva non ci saranno speculazioni».

Il risiko Treviso sud

Il piano d’ambito è tutto da scrivere, ma i tecnici sono già a lavoro. Nasce dall’interesse del fondo Numeria per i terreni sportivi in disuso da anni all’Aurora. La società si è detta disponibile (due anni fa) ad acquisirli dando alla parrocchia – oltre al denaro – un nuovo campo di calcio, nuovi campetti da basket e area verde, con l’obiettivo di edificare una casa di riposo.

Un rapporto a due in cui si è inserito il Comune rilanciando l’interesse di Numeria per l’ex consorzio agrario sul Put, abbandonato da vent’anni e da acquistare dalla Regione per costruire non residenze, uffici e negozi, ma uno studentato.

I minori volumi edificati, potrebbero essere compensati a Numeria con una volumetria residenziale nell’area ex parcheggio Mom di via Polveriera, dismessa. Un piano che risolverebbe tre buchi neri (campi sportivi, consorzio, area Mom), e darebbe a tutti la possibilità di un ritorno utile in termini di business, casse, recupero immobili dismessi, università, servizi alla persona e al sociale (campetti e Rsa).

Le ragioni della parrocchia

Sono state distribuite dalla mattina alla sera in Chiesa Votiva per assicurare che «non vi è alcun piano di speculazione» ha detto a tutti don Paolo Pigozzo, il parroco, «che i terreni verranno ceduti solo se ci sarà una destinazione sociale e se tutti i tasselli andranno in porto».

Prima di tutto il via libera della Regione ad una nuova casa di riposo, passaggio tutto fuorché scontato. La parrocchia deve valutare l’offerta perché il disuso dell’Aurora sportiva non ha soluzione di continuità, ma anche perché deve fare i conti con i necessari lavori per mettere a norma gli impianti della grandissima cittadella della Votiva, la parrocchia più grande della città, a partire dal cinema (chiuso è perché di fatto non agibile per spettacoli); dell’oratorio e delle aule, che hanno bisogno di interventi anche per continuare ad ospitare i corsi dell’università di medicina; e dell’asilo, la Scuola dell’infanzia parrocchiale Fra’Claudio, ospitata in un edificio agibile certo, ma datato e che avrebbe bisogno di interventi significativi.

In totale un conto milionario, «che prima o poi in tutto in parte andrà affrontato» ha spiegato il don, e che si unisce al già grande esborso per il restauro strutturale della Chiesa Votiva. Di qui «l’obbligo di ragionare con i piedi per terra» è stato spiegato ai parrocchiani, «e sempre nella collegialità del consiglio e degli organi della parrocchia». Il tempo delle decisioni e dei progetti da valutare potrebbe arrivare presto. Ma il piano è molto complicato sia da “mettere a terra”, sia da approvare.

La viabilità

Nel piano d’ambito Treviso sud non ci sarebbe solo una compravendita di immobili, una nuova casa di risposo, nuovi campi sportivi e nuove residenze «senza consumo di suolo», come hanno sottolineato in Comune. Il progetto prevederebbe anche un riordino e miglioramento della viabilità, a partire proprio dall’area della Chiesa Votiva.

L’intenzione sarebbe quella di inserire nelle tre mosse del grande progetto di riqualificazione di area (Chiesa Votiva, ex consorzio, ex area Mom) anche la realizzazione del nuovo sottopassaggio di via Venier coinvolgendo forse anche i privati (leggi Numeria), o per meglio dire i proventi degli oneri di urbanizzazione. Giusto per aggiungere difficoltà a difficoltà, ma una revisione della mobilità nel quadrante è necessaria. 

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