Stefanel, venerdì a Roma la trattativa su esuberi e Cigs

Dai 120 ai 180 dipendenti in bilico Sarà una partita che coinvolgerà anche i sindacati nazionali in quanto sono interessati anche  i commessi dei negozi di proprietà 
POLONI AG.FOTOFILM PONTE DI PIAVE STEFANEL ASSEMBLEA STRAORDINARIA AZIONISTI
POLONI AG.FOTOFILM PONTE DI PIAVE STEFANEL ASSEMBLEA STRAORDINARIA AZIONISTI

ponte di piave. Si riuniranno venerdì mattina a Roma i vertici di Stefanel, Assindustria VenetoCentro Padova-Treviso e i sindacati nazionali per trovare l’accordo sulla riorganizzazione dello storico marchio di Ponte di Piave dopo l’approvazione del concordato preventivo in bianco da parte del Tribunale.L’azienda presieduta da Giuseppe Stefanel, ma controllata dal fondo Oxy e Attestor Capital, ha tempo fino al 15 aprile per presentare un concreto programma di rilancio, evitando il fallimento.E adesso si apre la negoziazione dei sindacati per ridurre al minimo i sacrifici in termini di tagli del personale. Che restano però inevitabili: l’azienda ha infatti un’esposizione debitoria di oltre 150 milioni di euro (dato al 30 dicembre 2018). Dei 253 dipendenti Stefanel (di cui 244 dovrebbero andare in Cigs a rotazione) a Ponte e nei negozi del gruppo, rischiano di essere mandati a casa in 120-180 e potrebbero dover contare esclusivamente sull’anno di cassa integrazione chiesta dall’azienda. «Il piano di rilancio passerà attraverso un articolato uso degli ammortizzatori sociali», è il messaggio dello Studio Arlati Ghislandi e LabLaw, che sta seguendo l’azienda nel nuovo piano industriale. Ai fini della razionalizzazione dei costi, tra le linee guida proposte c’è quella di trasferire a Milano buona parte delle funzioni e dei dipendenti che oggi operano nel quartier generale di Ponte di Piave e che saranno salvati dagli esuberi. La fabbrica che a Ponte impiega 72 dipendenti potrebbe chiudere, mentre l’azienda, per mantenere un punto di riferimento nel territorio in cui è nata, potrebbe cercare un altro immobile, più piccolo e meno costoso. — (mcp)

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