Stallone “rapito” e insulti online Nereo Parisotto è stato assolto
TREVIGNANO. È stato assolto dall’accusa di diffamazione Nereo Parisotto, il titolare del maneggio Il Casale di Musano. A farlo finire alla sbarra era stato un post su Facebook, scritto all’indomani della rocambolesca fuga notturna di un cavallo, condotto da un fantino ingaggiato proprio per riportarlo al proprietario. Una vicenda intricata, su cui tuttora pende una causa civile.
Giuseppe Luise, imprenditore padovano assistito dall’avvocato Fabio Campese, fino al 2014 aveva tenuto al Casale di Musano quattro cavalli. Tra questi anche lo stallone Issini Danger Hoven campione nella gare ad ostacoli e destinato alla monta, grazie al suo pedigree. Parisotto all’epoca vantava un credito di circa 20 mila euro da parte di Luise, che nel frattempo aveva ritirato dal maneggio tre dei quattro cavalli. Ma Parisotto aveva tenuto nei suoi box, senza consentire a Luise di ritirarlo, il più importante dei cavalli; si stima del valore di circa 100 mila euro. Una sorta di assicurazione sul saldo delle spese.
Solo che una notte al maneggio di Musano si è presentato un fantino sloveno che sfruttando l’oscurità è salito sul cavallo senza sella, ed è scappato al galoppo tra i campi. Il giorno successivo Parisotto si è sfogato su Facebook. «Gente che gira con i macchinoni, sbruffoni che però non hanno neanche i soldi per pagare le spese di gestione dei loro cavalli, che poi si portano via in maniera furtiva», erano state le sue parole affidate d’impeto al social network più famoso. Mercoledì è arrivata l’assoluzione di Parisotto, assistito dall’avvocato Alberto Mascotto.
«È stato dato troppo peso alla vicenda civilistica – che è diversa rispetto al fatto di reato – così come troppo peso è stato dato alle dichiarazioni dell’imputato piuttosto che a quelle della parte offesa», sostiene l’avvocato Campese. «Non ci si rende conto che con una simile assoluzione si apre la strada a facili offese pubbliche e diffamazione a mezzo Facebook dalle quali uscire impuniti perché espresse in un momento d’ira o come reazione al fatto ingiusto altrui. Attendo quindi con interesse e un po’ di preoccupazione le motivazioni del tribunale di Treviso per comprendere l’iter logico seguito dal giudice», conclude l’avvocato del proprietario dei cavalli al centro della vicenda. —
Federico Cipolla
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