Spese condominiali Si paga in anticipo per evitare i buchi

Processo simulato sulle norme per gli amministratori Anche una tinteggiatura va “coperta” prima dei lavori

Gli inquilini non pagano le spese condominiali? E allora per fare qualsiasi lavoro, dalla tinteggiatura del condominio alle pulizie straordinarie, bisogna raccogliere i soldi in anticipo, sennò non se ne fa nulla. In tempo di crisi e di nuove normative, gli amministratori condominiali fanno i conti con un lavoro sempre più difficile. E, a proposito di conti: tutti i fondi relativi all’attività dell’immobile vanno depositati in un conto corrente intestato al condominio, e non all’amministratore, e qualsiasi movimento va registrato. Delle novità del mestiere si è parlato ieri nel corso di un convegno che ha simulato un processo a un amministratore, “licenziato” dai condomini per alcune inadempienze. Fantasia o realtà? «Da pezzi di casi reali abbiamo costruito una storia emblematica, perché con la nuova legge una giurisprudenza ancora non c’è, e allora cerchiamo di farcela da soli», spiega Maurizio Ceschin, presidente provinciale dell’Anaci, associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari.Un tema talmente sentito da aver costretto al cambio di sede: dal tribunale all’auditorium del Pio X, necessario per far entrare tutti i circa 400 amministratori accreditati.

Più che un processo, insomma, diventa un vademecum su come muoversi tra legalità e opportunità. «Dobbiamo raccogliere in anticipo anche i fondi per eventuali spese impreviste, come la rottura di una tubazione», spiega Ceschin. Ma quanti non pagano le spese condominiali? Tanti, e il numero è schizzato in questi ultimi quattro anni. Difficile fare un calcolo preciso, ma le stime parlano di un “buco” di oltre 15 milioni di euro nei bilanci gestiti da un centinaio di amministratori in provincia di Treviso. Come rientrare delle somme non versate? «La soluzione estrema sono i solleciti e le vie legali», dice Ceschin. E non a caso il numero di contenziosi arrivati in tribunale (per davvero, stavolta, e non per simulazioni) lievita di continuo.

In via Pisa, a Treviso, c’è un palazzone in cui gli inquilini che non pagano le spese condominiali non possono nemmeno usare l’ascensore: solo chi è in regola ha la tessera magnetica per azionare i tasti. Un esempio di cosa tocca inventarsi. «Sospendere il servizio ai morosi si può», spiega uno dei relatori. Ad ascoltare sono venuti da mezzo Nord Italia: chi da Trento, chi da Rimini addirittura. La legge “nuova” lo è per modo di dire, perché ha già compiuto un anno: è la 4 del 2013, e ha trasformato l’amministratore di condominio in un professionista a tutti gli effetti. Assieme alla 220 del 2012, ridisegna un mestiere sempre più delicato. E probabilmente dà garanzie maggiori anche agli inquilini, perché anche a Treviso i casi di amministratori che si intascano il malloppo non sono, purtroppo, rari.

Fabio Poloni

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