Sparito il rifugio “Vittorio Veneto” Lo schiaffo di Bolzano alla città

IL CASOIl nuovo rifugio Sasso Nero, ai 3 mila metri di forcella Riotorbo, in Val Aurina (Bolzano), al confine con l’Austria, non è più il “Rifugio Vittorio Veneto”. Nell’anno del Centenario, la...

IL CASO

Il nuovo rifugio Sasso Nero, ai 3 mila metri di forcella Riotorbo, in Val Aurina (Bolzano), al confine con l’Austria, non è più il “Rifugio Vittorio Veneto”. Nell’anno del Centenario, la denominazione è stata sostanzialmente scippata e agli anziani alpinisti ed escursionisti del Cai vittoriese la cosa torna indigesta. La struttura inaugurata il 28 luglio è parte integrante del complesso programma d’investimenti della Provincia di Bolzano per il risanamento dei rifugi alpini. «Anche grazie alla sua struttura molto particolare il nuovo rifugio ha conservato il suo carattere ed ora offre protezione e ristoro agli appassionati della montagna» ha affermato il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, nel corso della cerimonia d’inaugurazione. «Il carattere lo ha conservato, ma l’identità no» protesta uno che in montagna ci va due volte alla settimana, Michele Bastanzetti, del Comitato ‘Società ambiente cultura’. Il rifugio originariamente è stato costruito dalla sezione di Lipsia del Club Alpino Austro-Tedesco (DÖAV) ed è stato inaugurato nel 1895. Dopo la Prima Guerra Mondiale la struttura è stata espropriata dallo Stato italiano ed ha avuto anche un utilizzo militare. Il rifugio è stato quindi denominato «Vittorio Veneto al Sasso Nero» e dedicato alla sezione di Vittorio Veneto del Cai. A causa delle cattive condizioni la struttura è stata demolita nel 2016 e ricostruita un centinaio di metri al di sopra del sito precedente. Il Cai di Vittorio Veneto aveva gestito il rifugio, salvo poi rinunciare. Ma allora ci fu l’impegno, da parte di Bolzano, di mantenere la denominazione. Il “colpo di mano” è avvenuto nelle aule del consiglio provinciale, dove la maggioranza ha votato a favore di una richiesta presentata dai “secessionisti” del Sud-Tiroler Freiheit. La Città della Vittoria viene menzionata solamente in un quadretto e in una targa in una stanza del rifugio. «Possibile che il nostro sindaco - afferma Bastanzetti - non senta di inviare nemmeno una notarella di protesta per questo provocatorio scippo con beffa effettuato dalla provincia Bolzano nei confronti della nostra città, ma pure della storia nazionale?». —

F.D.M.

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