Spari per intimidire giovane Un castellano a processo

CASTELFRAnco. Temeva per la propria incolumità. Maicol Zanella, la ragazza di Lentiai trovata senza vita nel suo letto il 26 gennaio 2016 per cause naturali, lo aveva scritto negli appunti rinvenuti dai carabinieri nell’abitazione. Aveva addirittura stipulato una polizza vita nel giugno 2015 (versando 32 mila 500 euro) con i genitori come beneficiari e a loro aveva affidato dei documenti e un registratore. È tutto oggetto dell’indagine sfociata nel processo iniziato ieri davanti al giudice Zantedeschi.
È stato ascoltato il carabiniere del Nucleo operativo di Feltre che ha ricostruito le diverse fasi dell’attività investigativa iniziata dalla sparatoria a Villa di Villa, con i colpi di pistola all’auto di proprietà di Silvia Vanin e del marito Roberto Tessaro, il gestore del bar nel quale Zanella aveva lavorato prima di diventare l’assistente di sedia a Trichiana nello studio odontotecnico di Renato Carpene. Quest’ultimo è indagato insieme al trevigiano Claudio Pietrobon per ipotesi di reato che vanno dalla minaccia aggravata al porto illegale di arma fino al danneggiamento (all’auto).
L’input ai carabinieri è arrivato da una fonte confidenziale con il riferimento a un movente di gelosia che avrebbe spinto Carpene a commissionare l’intimidazione, mentre Pietrobon sarebbe l’esecutore.
Carpene è accusato anche di stalking nei confronti della ragazza. In ballo ci sono intercettazioni telefoniche, registrazioni audio, cellulari e schede Sim sequestrate.
In mezzo ci sarebbero anche passaggi di denaro, compresa una busta di contante che, in base all’esito dell’indagine, veniva data da Carpene al fornaio che abitava sotto la ragazza, che poi le andava a prendere.
Nella vicenda è finito in un certo modo anche un dentista residente a Roma, che ha confermato di non conoscere nessuna delle persone interessate.
L’imputato Claudio Pietrobon però si era presentato con il nome del dentista per affittare un appartamento a San Gregorio.
«È venuto a novembre 2014 a vedere l’appartamento insieme a Renato Carpene», ha raccontato il proprietario, aggiungendo che «ai primi di marzo non ho più visto la sua macchina parcheggiata. Alcuni giorno dopo mi è arrivato un Sms in cui l’affittuario (alias Claudio Pietrobon) diceva di essere ricoverato a Tirana». —
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