Spari a pochi passi dai bambini paura sulla Treviso-Ostiglia

La denuncia di un gruppo di mamme in passeggiata lungo la ciclabile con i figli «I colpi dei cacciatori arrivavano a cinque metri da noi». Verifiche dell’ente Parco
Hunters walk through fields, on September 16, 2012, in Godewaersvelde, at the first day of the hunting season in Northern France. With 1.3 million of hunters, France remains the first country in Europe for wildlife management ahead of Spain and Italy. AFP PHOTO / PHILIPPE HUGUEN (Photo credit should read PHILIPPE HUGUEN/AFP/GettyImages)
Hunters walk through fields, on September 16, 2012, in Godewaersvelde, at the first day of the hunting season in Northern France. With 1.3 million of hunters, France remains the first country in Europe for wildlife management ahead of Spain and Italy. AFP PHOTO / PHILIPPE HUGUEN (Photo credit should read PHILIPPE HUGUEN/AFP/GettyImages)

QUINTO

Poteva finire senz’altro peggio, senza retorica. A dimostrarlo, infatti, oltre alle parole di alcune testimoni, il fatto avvenuto in provincia di Imperia domenica mattina, dove un cacciatore ha colpito a morte un 18enne, mentre era in passeggiata in un bosco con i propri cani. E non è stata la prima volta.

paura a santa cristina

Qualche giorno fa, a Santa Cristina di Quinto, sarebbe potuto accadere quanto successo in Liguria. Un gruppetto di donne della zona si trovava in passeggiata lungo la ciclopedonale Treviso-Ostiglia, un percorso inserito nel Parco del Sile e circondato da campi coltivati ma anche con abitazioni poco distanti. Improvvisamente all’altezza dall’Oasi Cervara - sito regionale protetto - ha avvertito una serie di spari, scorgendo a poca distanza due cacciatori armati di tutto punto.

il racconto

«Mi trovavo in compagnia di due amiche e i nostri bimbi di quattro mesi» racconta una di loro, «a un certo punto sentiamo molti spari e vediamo due cacciatori che sparavano ad una lepre: i colpi sono arrivati ad al massimo cinque metri da noi, quelli a vuoto alzavano la terra». Quindi i pianti dei bambini ed il tentativo di far allontanare la coppia di battitori. Tuttavia senza esito. «Abbiamo detto loro che non potevano sparare così vicino alle persone, ma non hanno voluto sentire ragione» prosegue una delle mamme, «i bambini piangevano e ci siamo preoccupate di calmarli, non avendo la prontezza di chiamare i carabinieri. C’è da stare attenti, ma la pratica della caccia andrebbe controllata di più». Un’area, quella interessata dall'episodio, in cui in ampia parte ricade il Parco naturale regionale del Fiume Sile - Ente oggi sotto la guida del commissario Mauro Giovanni Viti, in attesa della riforma regionale sui parchi - nel cui territorio vige il divieto di caccia.

Caccia vietata nel parco

«All’interno del parco ogni tipo di caccia è assolutamente vietata e se l’episodio fosse avvenuto dentro alle aree del parco i cacciatori in questione andrebbero considerati abusivi e passibili di denuncia», spiegano dagli uffici della direzione dell'ente, «alcuni anni fa avevamo ricevuto delle segnalazioni, in particolare nella zona delle risorgive del Sile: i cacciatori avevano spostato il confine, invadendo il parco. Poi la cosa era stata scoperta e risolta ed oggi non ci risultano altri episodi recenti. In ogni caso i cittadini avvertano subito le forze dell'ordine, a maggior ragione se i fatti avvengono a ridosso di percorsi ciclopedonali, aree naturali protette o abitazioni».

I NUMERI

La caccia anche in Veneto e nella Marca è iniziata domenica 16 settembre. I veneti a imbracciare la doppietta sono stati 46 mila, di cui 7 mila trevigiani. Numeri in calo di anno in anno, tra gli iscritti alla caccia. Ma la stagione venatoria 2018-19, che durerà fino al 10 febbraio, verrà ricordata per essere quella che ha sancito in Veneto la fine del “nomadismo venatorio” e l’eliminazione delle multe staccate a chi disturba i cacciatori. “Nomadismo venatorio” significava che un cacciatore veneto la scorsa stagione poteva sparare in qualsiasi ambito venatorio del Veneto. Da questa stagione invece, come in passato – prima della riforma Berlato – un cacciatore iscritto in un determinato ambito territoriale di caccia può cacciare solo in quello e non in altri. —

Alessandro Bozzi Valenti

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