TREVISO. Vecchie ruggini familiari, dovute a relazioni sentimentali burrascose, tradimenti, e all’affidamento dei figli conteso tra genitori separati. È quasi un rebus il movente del grave fatto di cronaca avvenuto, nel primo pomeriggio di lunedì 8 febbraio, a Borgo Capriolo a Santa Bona, ai confini con Ponzano, una strada di case popolari abitate per lo più da immigrati e famiglie di etnia Rom.
Quello che è andato in scena davanti al civico 15 è stato un vero e proprio regolamento di conti, al termine del quale il bilancio, provvisorio, è di un cinquantenne, Domenico Joco Durdevic, 53 anni, ferito in modo gravissimo da un colpo d’arma da fuoco sparato da un parente, Branko Durdevic, 36 anni, è stato in fuga e ricercato dalle forze dell’ordine per molte ore
Tentato omicidio a Treviso, il video dei rilievi della polizia
Catturato il bandito. È stato catturato dalla polizia nella notte Branko Durdevic, il 35enne che ieri pomeriggio ha sparato allo zio Joco, 53 anni, ricoverato in fin di vita all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. L’uomo aveva sparato due colpi di pistola al parente per ragioni legate ad una lunga faida familiare. Joco Durdevic nel frattempo è ricoverato in fin di vita al Ca’ Foncello di Treviso.
la spedizione punitiva e l’agguato
Tutto avviene poco dopo le 14.40, davanti al civico 15 di Borgo Capriolo, una casa popolare abitata da Branko Durdevic. È a quell’ora che dal quartiere di Santa Maria del Rovere arrivano, a bordo di un’Alfa grigio metallizzato chiara, Joco Durdevic, assieme a due figlie e a un genero.
Tra Branko e Joco, nipote e “zio”, non corre più buon sangue da tempo, dopo che la moglie di Branko, anni fa, s’è messa assieme a Riccardo, figlio di Joco, e c’è una disputa sull’affido dei figli della coppia.
A complicare il quadro è anche il fatto che, per ripicca, la moglie di Riccardo è ora assieme a Branko. Quando Joco Durdevic arriva assieme alle due figlie e al genero a Borgo Capriolo, Branko si trova in casa. I quattro non sembrano avere intenzioni amichevoli. Quello che succede poi lo stanno ricostruendo gli uomini della squadra mobile di Treviso.
Quello che si sa è che alla vista dei quattro parenti, Branko sale nel terrazzo al primo piano della sua abitazione da dove spunta armato di una pistola. Da lì partono alcuni colpi. Alcuni testimoni dicono due, altri tre. Uno dei colpi colpisce alla testa Joco Durdevic, che trova riparo dietro ad una Volkswagen Polo di un residente della zona. L’uomo cade a terra e inizia a perdere molto sangue.
La situazione sembra subito molto grave. Le figlie di Joco chiamano il 118 e fanno intervenire un’ambulanza. Nel frattempo, lo sparatore viene visto scappare a piedi per i campi. Borgo Capriolo, dopo alcuni minuti, si riempie di mezzi di soccorso e macchine della polizia e dei carabinieri.
Dall’alto si leva un elicottero delle forze dell’ordine e alcune pattuglie vengono impiegate nella caccia al fuggitivo. Che fino a ieri notte era ancora in fuga. Qualcuno racconta alla polizia di averlo visto scappare per i campi in direzione di via Santa Bona e col passare delle ore alle varie pattuglie viene diramata la ricerca di un’auto di grossa cilindrata alla guida della quale si sarebbe messo il fuggitivo. La polizia Scientifica e gli uomini della squadra mobile, coordinati sul posto dal commissario Elio Di Modica, sentono alcuni testimoni ed identificano tutti i presenti.
Nel frattempo i soccorritori del 118, dopo aver applicato per quasi mezz’ora il massaggio cardiaco a Domenico Joco Durdevic, lo trasportano in ambulanza all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Le sue condizioni sono gravissime. Nel tardo pomeriggio, viene sottoposto ad un intervento chirurgico alla testa, colpita da un colpo d’arma da fuoco sparato dal parente. Al suo capezzale corrono i figli. L’uomo viene poi trasferito nel reparto di neurochirurgia del Ca’ Foncello gravissimo, in fin di vita. Sul fatto la procura della Repubblica di Treviso con il pubblico ministero di turno Gabriella Cama ha aperto un fascicolo per tentato omicidio. Chiaramente tutto è legato alle condizioni del ferito, giudicate gravissime. A Borgo Capriolo si parla di una situazione di tensione tra le due famiglie che andava avanti da molto tempo. Una situazione che poteva essere evitata?