Spaccio senza sosta, «h24» Barbiere finisce in cella

L’uomo e altri due complici marocchini arrestati per un giro di stupefacenti nella zona della Castellana: volume d’affari 150 mila euro tra hashish e coca
Di Sabrina Tomè

CASTELFRANCO. Droga «h24», dalla mattina alla sera senza interruzioni. Pronti a tutte le ore, per tutti i bisogni di tutti i consumatori. Questo il motto del gruppetto di stranieri che aveva messo in piedi un’avviata «azienda» dello spaccio con un volume d’affari di tutto rispetto: un giro da 150 mila euro pari a circa 15 chili tra marijuana, hashish e cocaina messi in circolo a partire dallo scorso novembre nella zona della Castellana. Sabato notte i tre marocchini sono finiti in manette con l’accusa di detenzione di droga a fini di spaccio: si tratta del barbiere Maataoui Abderrahim, 40 anni di Resana, di Idrissi Youness, 31 anni di Vedelago e di Attar Hicham, 28 anni, clandestino. Clandestino anche un quarto uomo attualmente ricercato.

L’operazione, firmata dai carabinieri della Compagnia di Castelfranco si è conclusa dopo sette mesi di indagini condotte tra pedinamenti e intercettazioni. Tutto è iniziato con un accertamento relativo alla ricettazione di un cellulare: all’apparenza un fatto di scarsa rilevanza criminale. In realtà gli investigatori si sono subito resi conto di aver messo le mani su qualcosa di molto più grosso. Un giro di droga basato sulla cessione di piccole dosi per volta (in modo da evitare l’arresto se trovati in possesso dello stupefacente), ma continuo, h24 appunto. I marocchini erano stati fermati in diverse occasioni: era successo lo scorso novembre, poi maggio (fermati in auto ubriachi), e un’altra volta ancora a maggio durante il controllo in un locale della zona. I carabinieri li hanno seguiti per mesi scoprendo quella che ritengono essere stata un’intensa attività di spaccio che avveniva di giorno tra Vedelago e Castelfranco (zona stazione, zona Giardini del Sole)e di notte in casa propria o negli immediati paraggi. Quindici i consumatori sentiti dagli investigatori.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso