Solstizio a S.Nicolò E i raggi illuminano le medaglie di 6 santi

Ieri alle 12 il fenomeno astronomico-architettonico Un messaggio spirituale che arriva dal Medioevo
Passerini Treviso Chiesa San Nicolo' Santi illuminati
Passerini Treviso Chiesa San Nicolo' Santi illuminati

Li ha dipinti un artista veneto, fra il 1320 e il 1330. Qualcuno giura che siano opera, almeno in parte, di Tomaso da Modena, il maestro che a Treviso ha lasciato capolavori assoluti. Sono i santi e le sante che campeggiano sui medaglioni sopra le arcate della navata centrale, sia sul lato Nord che su quello Sud, del tempi di San Nicolò: molti dei santi non sono stati identificati.

Ma ieri, come tutti gli anni, si è compiuto il «miracolo» della loro illuminazione: virgolette d’obbligo, perchè si tratta della combinazione mirabile, in tutti i sensi, di una geniale trovata architettonica che sfrutta l’illuminazione dei raggi del sole nel giorno del solstizio, ma all’ora canonica delle 12.

Ieri il sole era pallido, ma il fenomeno si è ripetuto perfettamente, a mezzogiorno, osservato da una piccola folla di curiosi radunata da Ferdy Barbon, l’uomo che dal 2002 celebra questo piccolo rito di rinascita. «il messaggio spirituale eche ci arriva dal Medioevo è quello della rinascita, nel momento in cui l’anno nuovo finisce, questa illuminazione speciale dei santi, con il suo effetto senza tempo, ci parla di nuova vita, di rinascita».

Poco importa che non si sappiano i nomi dei santi, forse oggi poco o non più venerati. Dall’altra parte anche santa Veronica e Sant’Orsola hanno potuto vedere i loro colleghi con l’aureola illuminarsi della luce speciale del sole, alle 12

«E’ merito del committente della chiesa, costruita fra Due e Trecento, che ha dato il suggerimento, quindi dell’opera dei maestri che costruirono la chiesa, curando la disposizione delle finestre e delle arcate, infine dei medaglioni - puntualizza Barbon - ma decisiva è l’angolazione del tempio di 91 gradi e 4 primi rispetto alla linea compiuta dal sole. L’incrocio, nel giorno del solstizio d’inverno a mezzogiorno, procede questa effetto straordinario».

Il rito, peraltro, non fa altro che esaltare la bellezza della chiesa, finanziata dal futuro papa Niccolò Boccassino, uno dei gioielli artistici e architettonici della città, che anche negli ultimi anni, grazie ai restauri e alle scoperte dei cultori dell’arte, torna a far emergere nuovi tesori della bellezza della Treviso medievale. Peccato che i turisti debbano sempre chiedere indicazioni, quando vogliono recarsi a vedere gli affreschi con i primi occhiali dipinti al mondo: i cartelli, in città, latitano. Ma questo è un altro discorso.

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