Siram in gara per il nuovo megaospedale

La società, al centro della bufera che travolge la Lega, corre per il bando di 224 milioni. Gli appalti vinti negli ultimi 15 anni
Francesco Belsito in una immagine del 19 marzo 2012 a Genova. ANSA/LUCA ZENNARO
Francesco Belsito in una immagine del 19 marzo 2012 a Genova. ANSA/LUCA ZENNARO

La Siram Spa, società con sede a Milano coinvolta nello scandalo che in questi giorni sta travolgendo la Lega, è in corsa per il bando della Cittadella della salute a Treviso, un affare da 224 milioni di euro. L’azienda, specializzata nella gestione di impianti sanitari, è una realtà molto conosciuta non solo nella Marca (dal 2001 gestisce l’energia e il confort dell’ospedale Santa Maria di Treviso) ma in tutto il Veneto dove, assieme ad un pugno di altre aziende, nell’ultimo decennio è riuscita a vincere quasi tutti gli appalti pubblici per la fornitura di energia alle Usl della regione. Sono infatti clienti della Siram: l’Usl 9 di Treviso, l’Usl 7 di Pieve di Soligo, l’Usl 12 Veneziana Area Vasta, l’Usl 14 di Chioggia, l’Usl 18 Area Vasta Rovigo e l’Usl 22 Bussolengo. Sempre negli aultimi mesi la Siram è stata al centro delle cronache trevigiane per aver fatto bloccare, nell’ottobre del 2011, gli stipendi dei lavoratori del Gris di Mogliano per effetto di un’ingiunzione di pagamento.

Treviso. Sono sei le cordate in gara per il bando della Cittadella della salute trevigiana da 224 milioni di euro, destinata a rivoluzionare l’intera sanità del capoluogo. La seconda vede capofila la «Finanza e progetti di Verona», poi Lend lease construction Emea ltd di Londra, la Carron di San Zenone, la Siram di Milano, la S.i.e.l.v. di Fossò e Tecnologie sanitarie di Roma. In questi giorni la commissione sta valutando le proposte. A breve ci sarà quindi la scelta della cordata vincitrice e poi altri 6 per la firma della concessione. Fra 2012 e 2013 dovrebbero iniziare i lavori. Ma il rapporto tra l’azienda sanitaria trevigiana e la Siram è ormai ultradecennale. Nel 2000 l’allora direttore generale, Domenico Stellini, mise sul piatto la gestione degli impianti termici degli ospedali di Treviso, Oderzo e Motta di Livenza. Un contratto del valore di 92 miliardi di lire per ben sette anni. E l’esperienza di Treviso è citata, nel sito ufficiale dell’azienda milanese, come uno dei fiori all’occhiello in campo di efficienza energetica. Nel novembre 2011 poi, con un ribasso di 20 milioni di euro, la Siram ha vinto l’appalto da 280 milioni per il pacchetto calore dell’area vasta Treviso-Belluno. La voce «energia» è una delle più ricche della spesa sanitaria: significa calore, riscaldamento, vapore, elettricità, generatori, condizionamento, più tutto quello che ci gira attorno, dalla fornitura dei combustibili alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti. Si tratta di garantire la continuità del servizio e l'assistenza immediata in caso di necessità negli ospedali. Questa torta vale all'anno 53.434.427,17 milioni di euro Iva esclusa. E il contratto adesso dura 9 anni.

Mogliano. Solo metà dicembre, dopo due mesi di stipendi bloccati per 120 dipendenti, è stato trovato l'accordo tra il Gris e le aziende creditrici Siram e Dussman. Nei mesi scorsi infatti la Siram che vantava crediti per 7,5 milioni di euro, aveva ottenuto dal tribunale il pignoramento del conto corrente dell'istituto, che da ottobre aveva smesso di pagare i dipendenti, ed anche le somme dovute ad un'altra azienda creditrice, la Dussmann. Con entrambe le società, dopo mesi di roventi polemiche, è stato raggiunto un accordo, reso possibile anche grazie all'opposizione al decreto ingiuntivo sul conto promossa dall'avvocato dell'istituto Gris Gino Gregoris, la quale sollevava dubbi sulla legittimità del provvedimento nei confronti di fondi destinati ad uso pubblico come quelli dell'ipab. Il risultato è stata trattativa che ha portato alla mitigazione delle richieste della Siram. La ditta milanese ha alla fine accettato di ricevere una somma immediata di 200mila euro (anziché 500mila), un'ipoteca per 9 milioni di euro (anziché 15) e interessi per 700mila euro (anziché 1milione e 800mila).

Giorgio Barbieri

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