Sile, musica e gavettoni la discesa folkloristica fa il pienone di pubblico A bordo 460 “marinai”

l’evento
C’era la barca col motore a pedali, la zattera formula 1, quella formato cucina Ikea, quella che galleggiava tra reti rosse da cantiere. E ancora case galleggianti ben più spartane di una houseboat, e bagnarole assolutamente sconsigliabili per la navigazione ma azzeccatissime per la grande e unica sfida a gavettoni sulle acque del Sile che anche quest’anno ha fatto registrare il tutto esaurito.
Lungo le sponde del fiume ieri, tra Treviso e Sile, è stato il giorno dell’attesissima sfida che ogni anno rappresenta l’evento di lancio della Festa dea Sardea, che da venerdì scorso e fino alla prossima domenica anima le calde serate trevigiane. Tante le associazioni che sono scese in acqua per la curiosissima gara di pagaiate e gavettoni, 30 equipaggi di varia estrazione, età e campanile, ben 460 “marinai” pronti a affaticarsi e stonfarsi fino a traguardo alla centrale elettrica di Silea. Tutto carburato da birra e prosecco... of course, con tanto di tappa intermedia per un ristoro al Maccallè dove a farla da protagonista, oltre alle barche, sono state le note dei Funkasin, scatenata orchestra camminante che ha fatto da colonna sonora a tutto il percorso di regata... da Ponte dea Goba... alle grigliate.
Per le risate di chi era imbarcato e la gioia del pubblico, tra secchiate e pagaiate sono stati movimentati ettolitri di acqua col risultato che gli equipaggi a fine gara hanno mangiato fradiciamente in costume da bagno, o in mutande chi era stato meno previdente. Sindaci compresi, gavettonatissimi. Un carnevale lungo il Sile, ma non una carnevalata... guai a sminuirla, perchè se da ventisette anni ad oggi la discesa folk continua a ripetersi ed attrarre lungo il Sile spettatori di ogni età non è solo per il caldo o la curiosità, ma è per l’impegno di chi magari non pagai nel fiume, ma rema dietro le quinte. E una medaglia in tal senso va data al gruppo Sile Folk che coordina l’organizzazio
ne della sfida lungo il Sile ma anche le cucine, il palco e le spine sotto il tendone della Festa dea sardea. Quest’anno tra organizzatori, cuochi e cuoche, camerieri, faccendieri, trasportatori e chi più ne ha ne metta sono scese in campo oltre 100 persone. E i risultati si sono visti: tutto esaurito già nelle prime due serate inaugurali – venerdì e sabato – tutto esauritissimo ieri sull’onda della calura domenicale e della competizione sul Sile.
«Fatichiamo tanto, e guadagniamo ... ma a differenza di altri festival lungo le Mura di Treviso noi l’incasso lo diamo in beneficenza» sottolinea Renzo Smaniotto, vicepresidente diSile Folk, non senza una punta di aceto, «negli anni abbiamo donato ad Advar, oasi pediatrica e altri. È un piacere ed una soddisfazione constatare ogni anno quanto grande sia la partecipazione. Certo non farebbe male qualche aiutino ogni tanto». Soldi? «Macchè soldi, meno burocrazia» segue Smaniotto, «tra pratiche e limitazioni di sicurezza quest’ano siamo diventati matti». —
FEDERICO DE WOLANSKI
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