Si traccia il futuro della Fornaci del Sile di Roncade: case per over 60 e spazi benessere
L’azienda che si affaccia sulla Greenway punta alla riqualificazione. Colloqui in comune per il nuovo piano sull’area di 96.000 metri
La corsa agli investimenti immobiliari lungo il fiume Sile non si ferma a Treviso, anzi. Tra i piani più ambiziosi di sviluppo edificatorio lungo la Greenway c’è anche il progetto di riconversione della sede aziendale delle Fornaci del Sile nel segno del co-housing, della residenzialità, dei servizi al pubblico e alla terza età.
Si parla di un intervento da oltre 56 mila metri cubi di volumetria, a ridosso dell’argine del fiume, su un’area totale di 96 mila metri quadrati.
La storica azienda di produzione di laterizi è di proprietà della famiglia Biffis di Roncade: la trasformazione del suo vasto compendio di immobiliare è già stata presentata al comune ma solo in maniera informale.
Non risultano al momento progetti depositati. Ad essere più concreto che mai il masterplan commissionato allo studio Zanon Architetti Associati.
Nella visione di lungo periodo per l’area c’è l’abbandono totale della finalità produttiva, in favore di un restyling completo di forme e funzioni.
l sito di via Treponti, a metà strada tra le località di Canton e Musestre, è attivo dal lontano 1920.
L’area, a chiunque passeggi lungo la pista ciclabile, tra Casale e Quarto d’Altino, appare come un enorme deposito di laterizi.
Al suo posto potrebbe essere realizzato un nuovo distretto residenziale: parte delle abitazioni verrebbero riservate a popolazione anziana over 60 accompagnandole all’insediamento di servizi ad hoc, tra cui una piscina, ma anche un complesso sportivo con campi da tennis, paddle e palestra.
L’operazione, si legge nel progetto, punta così a costituire «un modello sociale inclusivo che vede protagoniste generazioni lontane tra loro», affiancando alle funzioni residenziali anche servizi aperti alla cittadinanza, in primis ristorazione e sport, ma anche uffici e quindi funzioni direzionali.
La sfida dunque, al pari di quella già in atto più a monte in diversi contesti, su tutti la riqualificazione degli ex mulini Mandelli, è quella di intervenire su un contesto che potrebbe essere definito di archeologia industriale (pur essendo l’azienda ancora attiva) andando ad innestare nuovi volumi e riconvertendo i vecchi magazzini.
È prevista anche la realizzazione di un parco interno, destinato ad ospitare vegetazione spontanea, orti urbani e anche un biolago, «pensato» si legge nel masterplan «sia per uso ludico e riabilitativo che per il mantenimento dell’ecosistema esistente». Questo progetto, per quanto ancora embrionale e futuribile, conferma la recentissima età dell’oro dell’immobiliare lungo il Sile, spesso all’insegna dell’alta qualità architettonica e del lusso.
Se infatti a firmare Ca’ Delle Alzaie nel quartiere di Fiera è lo studio dell’architetto Stefano Boeri, ed è invece il collega Matteo Thun a disegnare l’area dei nuovi Mulini Mandelli, in questo caso la famiglia Biffis si è affidata agli stessi progettisti, pluripremiati, di H-Farm e dell’H-campus.
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