Si è spento Lamberto Mazza Era presidente della Zanussi

SUSEGANA. È morto a Pordenone, all'età di 86 anni, Lamberto Mazza, protagonista dell'assorbimento della Zoppas di Conegliano da parte della Zanussi e del trasferimento dell'azienda da Conegliano a Susegana. Conseguito il diploma di ragioniere, nel 1961 è entrato a far parte della Industrie Zanussi di Pordenone. Nominato direttore finanziario ingloba nel gruppo Zanussi la Stice, la Becchi, la Zoppas e la Triplex le quali erano in condizioni critiche e così facendo le riporta alla normalità.
Mazza entrò in Zanussi ancora nel 1961, prima fu direttore finanziario e poi presidente (dal 1969 al 1983), e, in quella veste, protagonista di una nuova fase di espansione di quella che diventò la seconda industria privata italiana. Leader degli industriali pordenonesi e regionali, fu anche presidente dell'Udinese calcio, dall'81 all'86 quando cedette le quote a Gianpaolo Pozzo, e riuscì a portare in Friuli il più grande giocatore di calcio brasiliano dopo Pelè: Zico.
Nel 1982 Mazza cedette il gruppo all'Electrolux, a seguito di crescenti difficoltà gestionali. La Zoppas era piazzata in via Cesare Battisti, a Conegliano, non poteva ulteriormente crescere in quello spazio ristretto. Il trasferimento all'attuale sede di Susegana non fun indolore, perché l'allora sindaco di Conegliano, Umberto Antonello, temeva il depauperamento della città e fece mandare al macero un'edizione del settimanale diocesano L'Azione che annunciava anzitempo il trasloco. Negli anni successivi, a Susegana, Electrolux incrementò la sua presenza facendo di quel sito il primo stabilimento al mondo con la presenza di robot, accanto ai lavoratori, nella produzione dei frigo.
«Mazza aveva una grande ambizione», ricorda il senatore Maurizio Castro, che con l'arrivo del gruppo svedese assunse la direzione del personale e delle relazioni industriali, gestendo la fabbrica negli anni dello sviluppo più vivace, «di fare della Zanussi la prima fabbrica italiana della produzione bianca. Ci riuscì, ma attraverso una gestione autocratica, rispetto a quella precedente, che era tipicamente familiare. E nell'autarchia ha commesso anche qualche errore, gettando l'ancora di salvataggio a più di un'azienda, sollecitato per altro dalle forze politiche alle quali non sapeva sempre dire di no». Con Mazza, dunque, prima la Zoppas e poi la Zanussi divennero un'azienda "conglomerata" e come taledi difficilissima gestione.
I grandi disegni di Mazza mancarono tra l'altro l'obiettivo dell'integrazione, ad esempio tra Porcia, nel Pordenonese, e Susegana, con due regimi normativi rimasti a lungo troppo differenti. Castro invita comunque ad inchinarsi di fronte a questo «grande manager, che al di là degli errori, ha consentito alla Zanussi di diventare la seconda fabbrica metalmeccanica d'Italia».
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