Si chiude l’anno orribile: 24 fallimenti

Bruciati nell’Opitergino 600 posti di lavoro, addio ad aziende storiche come Mobil Record e Oleificio Medio Piave

ODERZO. La situazione di crisi nell’Opitergino rimane costante: dichiarate fallite quest’anno 24 aziende e bruciati oltre 600 posti di lavoro. Tra i fallimenti più importi si contano la PMT a Motta, l’Oleificio Medio Piave e la Mobil Record a Fontanelle, e la Fabrizio Ing. Plinio a Oderzo: da sole davano lavoro a circa 400 persone. Tre le procedure aperte di concordato preventivo che saranno discusse nei primi mesi del 2016, la più rilevante è quella dell’Elettronica Veneta di Motta di Livenza che impiega circa 70 lavoratori. Anche quest’anno si è andati alla ricerca di segnali di ripartenza dell’economia, ma i numeri, molto vicini a quelli dell’anno scorso, segnalano forte e chiaro che i problemi permangono. Le ditte fallite sono 24: il primato spetta a Oderzo con ben 6 fallimenti, tra i quali spiccano l’agenzia immobiliare Attinia, holding della famiglia di Ettore Setten e la storica ditta Fabrizio Ing. Plinio srl che a Piavon contava 93 dipendenti. Seguono Cessalto e Fontanelle con 4 fallimenti. Complessivamente è stato proprio Fontanelle il Comune che ha subito quest’anno le conseguenze maggiori della crisi: non si è salvato infatti l’Oleificio Medio Piave spa ed è arrivato il fallimento della Mobil Record, che occupava un centinaio di lavoratori del territorio. Tra l’altro è fallito proprio poche settimane fa tra le polemiche il tentativo di salvataggio da parte della Sprint Form. Tra le aziende più note fallite quest’anno vi sono state due storiche aziende del settore delle costruzioni: la Iveco di Cessalto e la Prevedello di Ponte di Piave, per entrambe sono infatti andati a monte i tentativi di salvataggio portati avanti durante l’anno. Nel settore del mobile le cose non sono andate meglio: sono infatti fallite la PMT a Motta di Livenza, che occupava su due stabilimenti produttivi circa 120 lavoratori e lo storico mobilificio Robur a Ormelle che impiegava una quindicina di dipendenti. Sono invece tre le procedure di concordato aperte sul tavolo del tribunale di Treviso, tutte relative ad aziende che vantano una lunga storia. Hanno chiesto il concordato pieno liquidatorio la Drusian Impianti (quarant’anni di storia alle spalle e una quarantina di lavoratori) e la Nordmec srl (azienda di stampaggio metalli a freddo) di Oderzo, mentre l’Elettronica Veneta di Motta di Livenza (oltre cinquant’anni di storia e una settantina di lavoratori) punta ad un concordato in continuità finalizzato alla ristrutturazione del debito per ripartire.

Claudia Stefani

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