Shopping con i soldi aziendali, 4 anni

SAN VENDEMIANO. Che cosa sarebbe in grado di fare una donna per abbracciare una Birkin di Hermes, o l’ultimo paio di decolleté di Jymmy Choo? Silvia Canzian, di San Vendemiano, per placare la sua irrefrenabile sete di shopping, è riuscita a spillare alle casse dell’azienda per cui lavorava, la Omc di Colle Umberto, oltre due milioni di euro. Per almeno due anni, tra 2010 e 2012, a colpi da centomila euro al mese, si sarebbe ricoperta di accessori e capi di abbigliamento delle più grandi griffe di moda: Fendi, Gucci, Balenciaga, Chanel.
Per anni ha pagato, con denaro non suo, i conti delle boutique. Ieri però è stata la giustizia a presentarle il conto: 4 anni di reclusione (con rito abbreviato, che in caso di condanna prevede lo sconto fino a un terzo della pena) per il reato di furto aggravato, oltre a una provvisionale da record da 1 milione 200 mila euro in favore della Omc stessa, che si era costituita parte civile nel processo con l’avvocato Federico Vianelli. Il pubblico ministero titolare del fascicolo di indagine aveva chiesto una pena ancor più pesante: chiedeva che l’ex impiegata fosse condannata a cinque anni di reclusione. La condanna va a sommarsi a quella a due anni per bancarotta e falso. Una vicenda che riguardava un “buco” di mezzo milione di euro nell'azienda di famiglia, la Idrotermica Sicaf di Santa Lucia di Piave dichiarata fallita il 31 gennaio 2007.
Secondo quanto ricostruito in fase di indagine attraverso il programma di tesoreria “Docfinanze” della Omc, ditta per cui era addetta alle paghe, e a quello di contabilità “Navision”, accedendo al sistema informatico, Silvia Canzian (difesa dall’avvocato Patrizia Vettorel) faceva acquisti su internet con il denaro dell'azienda. «Disposizioni di bonifici Italia, ritiro effetti, addebiti vari»: sotto queste voci venivano nascosti i prelievi indebiti. L'accusa per la donna era furto aggravato. Le aggravanti sono l'abuso di prestazione d'opera (era dipendente) e il rilevante danno patrimoniale cagionato.
A condurre le indagini sono stati gli uomini della Guardia di Finanza di Conegliano che hanno analizzato le diverse operazioni contabili, seguendo i flussi di denaro partiti dalla società di Colle Umberto e destinati a quelle strane uscite. Acquisti non certo in linea con quelli di un'azienda che produce profilati, lamiere e nastri in acciaio. La maggior parte del denaro, due milioni di euro, sarebbe stata spesa per lo shopping, ma le Fiamme gialle avevano posto sotto sequestro anche un'Audi A6 Allroad, oltre a un Suv del valore di decine di migliaia di euro, oltre a 110 mila euro nel conto corrente. Secondo quanto ricostruito in fase di indagine, Silvia Canzian avrebbe speso due milioni di euro in due anni, circa centomila euro al mese. Aveva quasi un secondo lavoro: ci vuole tempo infatti per fare così tanti acquisti, anche se i pezzi sono costosi. Ma l’ex impiegata della Omc aveva ovviato anche al fattore tempo: comprava su internet, rendendo tutto più semplice e veloce per lei, ma anche tracciabile per la Guardia di Finanza. Silvia Canzian per anni ha bussato ai più grandi portali web di alta moda, facendo incetta di capi e accessori firmati. In casa i militari le avevano trovato mille capi d'abbigliamento, una trentina di paia di scarpe, una cinquantina di borse, ma anche accessori, tutto uscito dagli atelier di note e costose griffe. Tanto costose che il valore di soli 43 dei capi di abbigliamento sequestrati ammonterebbe a circa 65 mila euro.
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