La Omc svuotata dalla contabile, chiude battenti

Un’altra vittima, socialmente ancora più pesante, da parte di Silvia Canzian. «E’ stata una bastonata devastante»: così la direzione dell’Omc di Colle Umberto ha motivato la chiusura della fabbrica, con 33 dipendenti. Il colpo fatale è stato quello, appunto, della signora Canzian, 49 anni, la ragioniera infedele della ditta, accusata di essersi intascata due milioni e mezzo, sottraendoli dalle casse della sua azienda.
L’anno scorso, quando si è verificato il dramma, i vertici dell’Omc stavano trattando la fusione con una società padovana. L’operazione è saltata e le difficoltà che già erano presenti si sono moltiplicate. Quando, il prossimo 19 maggio, la donna accusata sarà sottoposta a processo, la Omc non esisterà più. Un fulmine a ciel sereno.
La Omc era operativa dal 1968. E’ impegnata nel settore della spianatura delle lamiere, e nella realizzazione di nastri e coils. L’annuncio della cessazione dell'attività è stata data dal management in un incontro con il sindacato, in sede di Unindustria.
L’indiscrezione si stava rincorrendo da una settimana. I dipendenti e le loro organizzazioni sindacali non volevano crederci. Ieri, invece, l’ufficializzazione. Con una doccia veramente gelata. Le difficoltà del mercato, due anni di perdite gestionali e non ultima la “devastante” vicenda amministrativa che ha coinvolto l’industria collumbertese hanno portato a questa "irreversibile decisione", così l’ha definita la stessa direzione.
Come ha riferito Paolo Pagotto, segretario della Fiom, i rappresentanti dell’azienda hanno addebitato proprio alla ‘disavventura’ provocata dalla loro collaboratrice gran parte delle cause del default della storica impresa collumbertese. Per i 33 addetti bisogna immediatamente affrontare, secondo il sindacato, un piano di ammortizzazione sociale e costruire una copertura visto che la chiusura avrà tempi brevi. Oggi si terranno le assemblee dei lavoratori e si deciderà che cosa fare.
«Resta ancora una volta davvero lo sconcerto per l' ennesimo esempio di desertificazione industriale che sembra inarrestabile – chiosa Pagotto -. Quando qualcuno annuncia che la crisi è finita, che il peggio è alle spalle, io questo qualcuno. lo porterei a fare le assemblee in Omc e a guardare gli occhi delle persone quando gli spieghi che gli sta per chiudere la fabbrica. Che la prospettiva sono gli ammortizzatori sociali, finchè li avremo, e che qualcuno a sette otto anni dalla pensione si troverà senza lavoro e non saprà come completare il percorso lavorativo allungato dalla devastante riforma Fornero».
Omc è una azienda con una professionalità ed una esperienza tali che vederla chiudere – conclude il sindacalista della Fiom - è davvero un delitto». Perché l’azienda era davvero un gioiellino.
E' l'ennesimo appello a crederci nei lavoratori e in una storia, quella della Omc, con ancora tanto da poter dire e che è assurdo che finisca così». Ma così sarà.
E, purtroppo, sul territorio non ci sono opportunità di ricollocazione, perché la tanto anticipata ripresa, in realtà, non fa vedere assolutamente i suoi segni nel territorio della Marca che, anzi, proprio in questi mesi sta pagando di più dazio alla devastante crisi che travolge il nostro Paese.
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