Settemila in piazza San Marco per ricordare Valeria

VENEZIA. Migliaia di candele ad illuminare piazza San Marco. Migliaia di fiammelle prima levate al cielo durante un lungo, interminabile minuto di silenzio e poi poggiate a terra in ogni dove - attorno ai pili delle bandiere, tra le colonne della Basilica, le zampe dei Leoncini, a comporre cuori e cerchi e quadrati sui masegni della Piazza - in un caldo abbraccio a Valeria Solesin, alla sua famiglia andata a Parigi a riprenderla, al fratello Dario che alla vista di tante persone scoppia in lacrime: «Grazie, quanti siete...siete tantissimi, grazie».
Un abbraccio per tutte le vittime degli attentati di Parigi: a terra - proprio in mezzo alla piazza - due piccole lavagne circondate da lumini riportano i nomi dei morti e la scritta “Non abbiamo paura #nous sommes unis”. Settemila, dirà in serata ufficialmente la Polizia municipale: tante le persone che ieri sera hanno risposto all’appello corso in rete e poi sostenuto dal Comune di ritrovarsi alle 19 in Piazza per una veglia laica. Moltissimi giovani. Molti anche i turisti. Nessuno spazio alla retorica:una presenza di testimonianza, di affetto, in silenzio, interrotto solo da cinque lunghi applausi. Gli organizzatori l’hanno detto e ridetto, senza voler aggiungere nulla più: «Siamo qui per commemorare tutte le vittime degli attentati, stringerci alle loro famiglie e ricordare Valeria: queste atrocità non devono più accadere».
Forse il senso di tutto lo danno due ragazze: «Non conoscevamo Valeria, ma siamo qui perché aveva la nostra età e la sentiamo nostra amica: non si può morire in questo modo. E non si deve vivere con questa paura addosso: abbiamo diritto al nostro futuro, i giovani hanno diritto al futuro. A Venezia, come in tutto il mondo». Il presidente della comunità islamica Mohamed Amin Al Adhab e l’imam Hamad Mahamed si fanno avanti tra la folla per fare personalmente le condoglianze a Dario Solesin e alla sua famiglia: «Sua sorella è anche nostra sorella». Al ragazzo hanno consegnato una lettera a nome della comunità islamica veneziana: «Questa veglia con la presenza di tanta gente di diversi colori è la risposta più forte all’azione di questi criminali, omicidi, nemici della vita e dell’umanità».
C’è il rabbino di Venezia, c’è monsignor Meneguolo in rappresentanza della chiesa veneziana. Tutti in punta di piedi, tutti ospiti. Impossibile e anche inutile fare l’elenco delle molte autorità presenti in piazza. Il sindaco Brugnaro annuncia l’intenzione del Comune - riprendendo per altro un’idea lanciata da un gruppo di veneziani su Facebook - di dedicare a Valeria Solesin, ricercatrice alla Sorbona, il nuovo ponte che collegherà la città al polo universitario di San Giobbe. «A decidere sarà il Consiglio comunale», ha spiegato Brugnaro, «ma noi abbiamo proposto il ponte tra la stazione e l'università. Un ponte che Valeria sicuramente avrebbe voluto e che rappresenta l'idea che il futuro è dei giovani. Ci piacerebbe che tutta la città di Venezia potesse tornare ad essere un ponte per l'incrocio delle culture».
E il discorso si fa politico: «Da questa serata, infatti, potrebbe partire la costruzione di una nuova Europa politica, con e per i giovani, dove i burocrati fanno fallito. Abbiamo pensato a un ponte anche per dedicarlo a tutti quei giovani che a Venezia non hanno trovato un lavoro e sono dovuti andare all’estero: la scelta è quando puoi decidere di tornare, ma qui il lavoro manca, la città grande difficoltà economiche: se si capisse la sua specificità, quanto Venezia possa essere ponte per l’ incrocio di culture, il rispetto reciproco, il grande tema del Mediterraneo. Credo che Valeria rappresenti tutto questo». C’è voglia di solidarietà e di esprimere affetto, tra le persone. Non solo a San Marco: il desiderio di testimoniare vicinanza è spontaneo. A Pellestrina, in oltre mille con tantissimi bambini hanno dato vita a una fiaccolata, illuminando tutta la strada della laguna di Venezia, ritrovandosi poi all'interno del santuario a pregare per la pace, per le vittime di Parigi e Valeria. Tutto nato solo con il passa parola tra famiglie.
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