Sette decenni di conquiste dai metalmezzadri alle “app”

Quando, negli anni Ottanta, comparvero tra i primi robot alla Zanussi di Susegana i primi metalmezzadri, erano in molti a ritenere che questa nuova figura, per metà tuta blu e per l’altra metà tuta...

Quando, negli anni Ottanta, comparvero tra i primi robot alla Zanussi di Susegana i primi metalmezzadri, erano in molti a ritenere che questa nuova figura, per metà tuta blu e per l’altra metà tuta verde, avrebbe significato la desertificazione dei campi. Invece, 70 anni dopo la fondazione, Coldiretti è più giovane che mai. Giovane e battagliera, come dimostrano anche le recenti mobilitazioni.

A Treviso la Coldiretti si costituì circa un anno dopo la nascita a livello nazionale, avvenuta per iniziativa di Paolo Bonomi, ancora a guerra in corso, nell’ottobre 1944.

Era il 6 ottobre 1945, e la Liberazione era storia da pochi mesi. Firmarono l’atto costitutivo, davanti al notaio Carlo Marcati di Oderzo, Angelo Visentin di Postioma (che sarà il primo presidente), Primo Schiavon di Roncade (il secondo presidente), Giuseppe Fuser di Sala d’Istrana, Gaetano Menegon di Montebelluna, Silvestro Socal di Breda, Luigi Gasparetto, Ernesto Pietrobon, Francesco Rossi e Fiorino Vendrame di Padernello, Andrea Cremasco di San Zenone degli Ezzelini, Giovanni Paronetto di San Pelajo di Treviso, Alessandro Trevisin di Canizzano di Treviso. E c’era il geometra Mario Ferracin, nella veste di segretario.

Già al secondo congresso, nel 1946, la Coldiretti trevigiana conterà su un’adesione altissima: 4.036 delegati in rappresentanza di 22.823 famiglie e 147.349 unità lavorative. L’area di diffusione è quella cattolica e il primo assistente ecclesiastico è stato don Pietro Pavan, che poi diventerà cardinale e uno dei consiglieri di papa Giovanni XIII. Due delle più storiche e fondamentali encicliche della Chiesa, la Mater et Magistra e la Pacem in Terris, portano il suo contributo e testimoniano la ricchezza del patrimonio sociale rappresentato anche dai trevigiani allora impegnati nei campi.

E’ stato Pavan a ideare, nel 1951, la Giornata del Ringraziamento, in occasione della festa di San Martino. Decisiva per favorire lo sviluppo delle aziende agricole trevigiane è stata l’esperienza - avviata dalla Coldiretti nella seconda metà degli anni Cinquanta - dei “Club 3P” (provare, produrre, progredire), disseminati nel territorio facendo incontrare gli agricoltori con esperti che insegnavano loro le innovazioni tecniche nei diversi settori, dalle coltivazioni alla zootecnia. Oggi Coldiretti è una “macchina da guerra” nella rappresentanza del mondo della terra. E nei campi sempre più si vedono asgricoltori muniti delle più moderne tecnologie informatiche. Un segnale del grande cambiamento di cui è capace l’associazione è stata l’elezione di una donna a presidente di una sezione, avvenuta nel maggio scorso: Teresa Pamio di Castelfranco.

Oggi la festa, a Ceneda, inizierà alle 9.30 con il mercato di "Campagna Amica", alle 11.30 la messa, alle 13 la benedizione delle macchine agricole, poi il pranzo sociale. Ad allietare la giornata ci sarà il tenore Francesco Grollo. In occasione del 70° Coldiretti Treviso ha organizzato la prima edizione del Premio “L’albero della vita” che verrà consegnato alle Giovani Imprese distintisi nell’annata agraria di riferimento, opera del maestro del cristallo Marco Varisco. (f.d.m.)

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