«Sette anni di cure inadeguate» Paziente denuncia il suo dentista

Un sorriso rovinato può costare decine di migliaia di euro. Un contrasto medico-paziente che si è trasferito dall’ambulatorio del dentista a un’aula del tribunale. Lui è un ragazzo di appena ventidue anni, classe 1992, che sette anni fa aveva iniziato un percorso di cura per farsi sistemare il suo sorriso, oscurato da una serie di problemi che mai aveva sottovalutato. L’altro è il suo dentista che nel 2006 ha avviato un protocollo di cure ortodontiche volte a sistemare quei difetti a suon di apparecchi per i denti. D’un tratto arriva la crisi del settimo anno: dentista e paziente chiudono ogni rapporto. Il medico chiede al ragazzo di saldare il conto, qualche migliaia di euro, e ognuno per la sua strada.
Il giovane decide di rivolgersi a un medico legale, perché desidera un parere terzo e spassionato sul lavoro compiuto dal suo dentista.
Il risultato della visita non è confortante per il ragazzo: soffre di una brutta malocclusione. E, secondo il parere del medico legale, il dottor Sandro Taverna, tutto il lavoro fatto in ambulatorio dentistico non solo non è servito a nulla, ma, se possibile, ha perfino peggiorato la situazione. Il ragazzo si è sentito dire che il suo problema (i denti dell'arcata superiore non sono allineati con quelli dell'arcata inferiore) si ripercuoterà inevitabilmente in età adulta. Forse nemmeno si potrà risolvere, se non con un intervento chirurgico.
Ma a far suonare il campanello d’allarme ci ha pensato un’altra considerazione: forse, le cure che gli sono state prestate per anni, non sono servite pressoché a nulla. Diverse erano le decisioni che dovevano essere prese, differente il piano terapeutico da adottare. Risultato? Il giovane paziente aveva una ragione di meno per sorridere, ma una di più per gettar luce su sette anni di cure definite «non adeguate».
Si è rivolto all’avvocato Enrico Villanova, del foro di Treviso. Primo passo, bussare alla porta dell’assicurazione dell’odontoiatra, che però lo ha rispedito al mittente. Niente da fare, la compagnia assicurativa non ha voluto saperne di risarcire il ragazzo. Ecco che è scattato il piano B: la denuncia. Il pubblico ministero Massimo De Bortoli, titolare del fascicolo, ha disposto un accertamento irripetibile. È entrato in scena l’ortodonzista forense. Il caso di presunta malasanità si risolverà a suon di perizie e controperizie volte a valutare se sussistano o meno le responsabilità del dentista che per anni ha cercato di curare la patologia del ventiduenne trevigiano.
Il costo delle cure ortodontiche ritenute non adeguate e tanto meno necessarie dall’avvocato del giovane si attesta su poche migliaia di euro, ma è alla voce risarcimento del danno che il conto sale di molto. La cifra ancora non è stata stabilita, ma pare si avvicini molto ai centomila euro. L’avvocato Villanova, prima di formalizzare la richiesta, attende il risultato delle perizie che sono state disposte.
Se lo specialista incaricato giungerà alle stesse conclusioni cui è arrivato il medico legale, si aprirà la battaglia legale. Per il giovane paziente trevigiano il problema non è esclusivamente estetico: la malocclusione infatti porta con sé una serie di sintomi e disturbi (dai dolori cervicali al mal di schiena) che vanno ben oltre a un sorriso da sfoggiare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso