Scuola, la cattedra di ruolo? Assegnata a 61 anni

Da settembre Renato Casellato insegnerà al Maffioli: «Potevano darla a qualcuno più giovane, a me slitta la pensione»

TREVISO. Primo giorno di scuola come docente di ruolo per la prima volta a 61 anni tondi tondi. Ad aspettare in cattedra il professor Renato Casellato, professore di economia e diritto, con il primo contratto a tempo indeterminato dopo ormai 32 anni di lavoro, sempre al servizio della scuola pubblica, sarà dal primo settembre l’istituto Maffioli di Castelfranco. Eppure il professore trevigiano, il più anziano tra i docenti che ieri mattina si sono presentati all’auditorium del Sant’Artemio per ricevere l’assegnazione delle cattedre di ruolo messe in conto dalla prima fase del piano straordinario delle assunzioni della scuola, non sente affatto giunto il momento di brindare.

Professore ha iniziato a lavorare nella scuola a 30 anni. Il posto fisso le arriva ora che è sessantenne. C’è ancora tempo per festeggiare?

«Questo posto di ruolo mi capita come un figlio inatteso. E con una punta di ironia dico che se questo figlio non fosse arrivato forse sarebbe stato meglio. Sarei dovuto andare in pensione ormai due anni fa. Ora in base alle nuove tabelle introdotte dalla riforma Fornero dovrò aspettare di compiere almeno 65 anni. Ricevere la cattedra di ruolo adesso è come fare uno slalom fuori tempo. Certo, la dirigente dell’Ufficio scolastico di Treviso ha riconosciuto a noi precari storici di aver avuto tanta pazienza. Io dico che la pazienza ormai l’ho persa. Lascerei volentieri il mio posto a tutti quei giovani laureati in attesa di lavorare. E poi ci lamentiamo di avere il 40% di disoccupazione giovanile. Se solo avessero assunto insegnanti più giovani io avrei subito rinunciato».

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Quando è entrato in classe la prima volta?

«Ho iniziato a insegnare nel 1980 a Venezia. E ho sempre lavorato nella scuola statale. Mi sono abilitato nel 2000 con un concorso riservato per i docenti delle graduatorie ad esaurimento, voluto dall’allora ministro Belinguer. Non credo certo di essere l’unico ad avere ottenuto il posto di ruolo così avanti negli anni».

Cosa ha rallentato l’arrivo della cattedra definitiva?

«Ci sono stati diversi inghippi. Sono state ridotte nel corso delle varie riforme della scuola le ore ore della materia che insegno che è economia aziendale. E questo taglio dell’orario ha causato un aumento di docenti precari».

Le sono stati riconosciuti almeno negli anni gli scatti di anzianità?

«Senza cattedra di ruolo ho calcolato che lo Stato con me ha risparmiato circa 70 mila euro. Hanno iniziato a riconoscermi il trattamento di fine rapporto dall’anno scolastico 2000/2001 ad oggi. Quello pregresso non mi è stato mai riconosciuto. E non c’è stata alcuna rivalutazione dello stipendio. Strana applicazione dei diritti dei lavoratori stabiliti dalla Costituzione, vero?».

Con il posto fisso vede ora finalmente riconosciuto tutto il lavoro fatto?

«No, è stata una sentenza della Corte europea a costringere il nostro governo. Per non pagare la penale l’Italia ha deciso di assumere un gran numero di docenti precari».

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