Scivola e parte il colpo muore un cacciatore

Con il fucile si stava facendo largo tra le sterpaglie di una ex cava Biasuzzi. Per Patrick Carniato, operaio di 45 anni, fatale la ferita all’arteria femorale

PAESE. Si era svegliato all’alba per andare a caccia di anatre, all’interno della cava “Padernello” a Paese, una località appena fuori Treviso. Mentre camminava, ai bordi del laghetto artificiale, non s’è accorto che per terra c’era un cavo d’acciaio fissato ad un paio di bidoni che si trovavano a qualche metro di distanza. Il cacciatore, Patrick Carniato, 45 anni di Castagnole, operaio alla Stam di Ponzano, è inciampato e dal fucile, che teneva in mano, è partito accidentalmente un colpo che lo ha centrato ad una gamba recidendogli l’arteria femorale. Carniato è morto dissanguato pochi istanti più tardi.

Il corpo trovato dal padre e dalla compagna Serena
FILIPPI AG.FOTOFILM PAESE INCIDENTE DI CACCIA CAVA PADERNELLO

Sveglia all’alba. Carniato si era svegliato all’alba per andare a caccia di anatre all’interno di una delle cave della Biasuzzi a Padernello. Una battuta di caccia che aveva programmato il giorno prima. D’accordo con la compagna, Serena Schiavinato, aveva fissato per le 8.30 il suo rientro nella loro abitazione di Castagnole. Seppur non fosse necessario, Carniato aveva deciso di portare con sè anche “India”, il suo cane da caccia. Una volta arrivato in vicolo Breda, una strada sterrata di campagna che costeggia la cava “Padernello”, il cacciatore è entrato in un campo ed ha posteggiato la sua Bmw serie 3, nei pressi della recinzione. È uno dei luoghi che il cacciatore di Castagnole conosce bene. Carniato ha lasciato in auto il suo segugio “India”, con i finestrini in fessura per far circolare l’aria, e si è incamminato con il suo fucile a tracolla verso la cava. Un tragitto di cinque minuti a piedi tra stradine sterrate e rovi che attraversano il cammino. Una volta all’interno della cava, il cacciatore di Castagnole ha effettuato una piccola ricognizione del luogo. Proprio mentre stava scegliendo il posto dove appostarsi per cacciare le anatre, è avvenuta la tragedia. L’operaio è inciampato su un cavo d’acciaio che attraversa il terreno a pelo d’erba e che è fissato ad un paio di bidoni arrugginiti, distanti qualche metro. Mentre cadeva a terra, dal fucile che aveva in mano, è partito un colpo che gli ha reciso l’arteria femorale. L’operaio è morto quasi sul colpo, dissanguato. Non ha avuto nemmeno il tempo per dare l’allarme via telefono ai familiari.

Ore d’angoscia. Sono state ore d’angoscia quelle che ha trascorso in mattinata Serena Schiavinato, una parrucchiera che lavora a Paese, la compagna di Carniato. Il cacciatore aveva fissato per le 8.30, l’orario di rientro dalla battuta di caccia alle anatre. Già verso le 9 la compagna, che sa che l’uomo non è solito tardare, inizia a chiamarlo al cellulare. Sono tutte telefonate a vuoto. Carniato non risponde e così la donna, angosciata, ad un certo punto, decide di avvisare il padre del compagno, Arcangelo, pure con un passato da cacciatore. Il padre conosce i quattro o cinque posti dove il figlio è solito andare a caccia e poco dopo l’una, Arcangelo Carniato e la compagna del figlio, trovano in un campo di Castagnole, accanto alla recinzione della cava “Padernello”, la macchina del cacciatore. Iniziano così le ricerche. Venti minuti più tardi, il padre e la fidanzata trovano il cadavere del cacciatore, in mezzo alla boscaglia, in riva al lago artificiale. Accanto al corpo c’è il fucile del cacciatore, dal quale è partito accidentalmente il colpo che lo ha ammazzato.

L’allarme e le indagini. A quel punto i familiari avvisano il 118 ed i carabinieri. Alla guardia medica, intervenuta sul posto, non rimane altro che costatare la morte del cacciatore. Sono poi i carabinieri della stazione di Paese e della compagnia di Montebelluna ad effettuare le indagini e a stabilire la dinamica e la causa del decesso. Sull’accidentalità della tragedia ci sono pochi dubbi anche se starà poi al pubblico ministero di turno, Francesca Torri, disporre supplementi d’indagine o eventuali autopsie. Patrick Carniato era una persona molto conosciuta in paese come del resto tutta la sua famiglia. Operaio metalmeccanico alla Stam di Ponzano, Patrick fin da piccolo aveva assorbito dal padre la passione per la caccia. Oltre alla compagna Serena, lascia il padre Arcangelo, la madre Luciana e il fratello Omar.

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