Schianto mortale a Bibano, muore un imprenditore

L'uomo è uscito di strada con la moto lungo una stradina di campagna, pare centrando un palo dell'illuminazione su un lato

BIBANO (TREVISO). Tragedia nel tardo pomeriggio di domenica 19 aprile a Bibano di Godega. Un imprenditore del settore del ferro, Sergio De Faveri, 57 anni, di Godega, è morto dopo essere finito fuori strada con la sua motocicletta. Il dramma s’è consumato a poche decine di metri da casa.

 
Complice la bella giornata, l’imprenditore si era messo in sella alla sua moto. Purtroppo ad un certo punto ha perso il controllo della sua moto ed è finito in un fossato. L’impatto al suolo non gli ha dato scampo. I familiari, non appena appresa la notizia, sono subito accorsi sul posto. Purtroppo, però, il personale del Suem nulla ha potuto per rianimarlo.
 
L’INCIDENTE
 
L’incidente stradale è avvenuto pochi minuti prima delle 18. È a quell’ora che De Faveri percorreva via San Marco a Bibano, una lunga strada di campagna, dove si trova anche la sua abitazione.
 
Ad un certo punto, mentre stava per uscire da una curva a destra che precede un rettilineo, ha perso il controllo della sua motocicletta, una Honda Cbf 1000 Gran Turismo, ed è finito in un fossato. Il corpo è stato sbalzato a qualche metro di distanza dal punto dove è uscita la motocicletta. Nell’impatto al suolo, l’imprenditore è morto sul colpo. 
 
IL LAVORO
 
La tragedia ha colpito la comunità di Bibano, dove l’imprenditore era molto conosciuto. De Faveri era titolare insieme al cognato di “Idealferro”, azienda che ha sede nella zona industriale di San Fior. Sorta come attività artigianale alla fine degli Anni ‘90, si è ampliata e realizza strutture per abitazioni, come ringhiere, cancelli e pensiline, a scale, porte e pavimenti.
 
L’incidente si è verificato a poche decine di metri dalla sua abitazione. Sul posto si sono precipitati i suoi familiari, distrutti dal dolore, quando hanno compreso che non c’era più nulla da fare. L’imprenditore lascia la moglie Tiziana, i figli Stefania e Simone, i nipotini, sorella e fratello e genitori. Un uomo dedito al suo lavoro e ai suoi affetti familiari.
 
In questo periodo la ditta era chiusa, lo stabilimento era stato bloccato per l’emergenza coronavirus. Come molti altri imprenditori era pronto a ripartire con il massimo impegno per dare stabilità e garantire un futuro ai suoi dipendenti. —

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