Scacchi e sesso, il maestro dal giudice

Il presidente del circolo Vergani, accusato di pedopornografia da un suo allievo, si avvale della facoltà di non rispondere

MONTEBELLUNA. Si è presentato ieri mattina alla giudice veneziana Roberta Marchiori assieme al suo difensore, l’avvocato di Conegliano Carlo Broli, ma Nicola Pegoraro, maestro di scacchi e presidente del prestigioso circolo «Vergani» di Montebelluna, non ha risposto alle domande del magistrato che ha firmato il provvedimento di obbligo di dimora per reati gravissimi, prostituzione minorile e atti sessuali con minore. L’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere, un diritto concesso a tutti dal nostro codice penale. Nel provvedimento che lo ha raggiunto, oltre che all’obbligo di non oltrepassare i confini del comune dove risiede, a Pegoraro è imposto anche quello di non uscire di casa nelle ore serali. Intanto, il pubblico ministero lagunare Raffaele Incardona, che ha coordinato le indagini, ha già presentato appello nei confronti della decisione della giudice Marchiori, che non ha concesso l’arresto del maestro di scacchi. Il rappresentante della Procura veneziana, infatti, aveva chiesto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Pegoraro, mentre la giudice ha firmato il provvedimento di obbligo di dimora, sostenendo che i fatti sono datati nel tempo (risalgono al 2008 e al 2011) e non sono, quindi, attuali. Ora, toccherà al Tribunale del riesame di Venezia decidere sull’appello del pm.

Maestro di scacchi accusato di pedofilia

A far scattare le indagini è stata la segnalazione della madre di un allievo del circolo montebellunese: ha trovato nel computer del figlio un video pornografico e ha chiesto spiegazioni. Il ragazzo, grazie alle insistenze della madre, ha confessato che era stato il maestro a passarglielo. Immediatamente le forze dell'ordine hanno chiesto e ottenuto un provvedimento dalla magistratura in modo da poter perquisire l'abitazione dell'uomo e in casa di Pegoraro hanno trovato un video, questa volta con protagonista lui e due allievi del circolo «Vergani», un video che risaliva al 2008, quando i due ragazzi non avevano più di 15 anni.

Le indagini successive hanno permesso, infine, di raccogliere, la testimonianza di un ragazzo, il quale ha raccontato che durante un torneo svoltosi lontano da Montebelluna, il maestro lo avrebbe spinto ad avere un approccio sessuale, carezze, toccamenti, masturbazione. I fatti riferiti dal giovane risalivano all'anno 2011. Subito è stata coinvolta la Procura, ma l'inchiesta da Treviso si è spostata a Venezia, perché è stato contestato al maestro di scacchi il reato di pornografia minorile, per il quale è competente la Procura distrettuale, quella appunto lagunare. L'accusa riguarda chiunque sfrutta minori degli anni diciotto al fine di realizzare esibizioni pornografiche o di produrre materiale pornografico.

 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso