Sara Ricci torna sul set per una pellicola di Marca

Una contessa nel Veneto del 1866, una produttrice di vino, una donna appassionata. Nel ruolo di Cecilia Querini ne "Il Leone di Vetro", prodotto dalla Venice Film, con Treviso Film Commission, nelle sale in autunno, ritroviamo un volto molto noto ai telespettatori italiani, quello di Sara Ricci. L'amatissima Adriana Gherardi di "Vivere", di recente apparsa in "Don Matteo", reciterà in dialetto veneto nel film, girato nel 2013, lungo la Marca Trevigiana. La vicenda prende avvio nei giorni precedenti il referendum sull'annessione del Veneto all'Italia, del 1866, presente anche un flash back sulle Pasque Veronesi, evento avvenuto nel 1797, in cui Verona insorse, poi sedata, contro l'impero napoleonico. «Conoscevo già il regista, il napoletano Salvatore Chiosi. Ha girato molti corti, e come assistente alla regia molte fiction. Il mio agente era in contatto con lui, e sapendo che è bravo e veloce sul set, non ho potuto che accettare. Poi la fotografia è molto buona, i costumi, il doppiaggio». Questa dimensione storica del film ha subito intrigato l'attrice, che è laureata in lettere, e che ha potuto recuperare con la memoria quel particolare periodo per Venezia: «Con quello che sta succedendo attualmente» continua Ricci «non si può non dire che ci siano dei corsi e ricorsi storici. Per prepararmi al dialetto veneto, peraltro, mi sono studiata su internet le conferenze sull'orgoglio veneziano. Ho anche in parte recuperato il mio spagnolo, che ha una certa cadenza in comune, e mi sono allenata con un'amica veneta. Alla fine mi ha conquistato, trovo sia una lingua profondamente musicale». I Biasin, il cui vino prodotto viene esportato in tutta Europa, e il cui marchio e bottiglia, raffiguranti il leone alato, divengono simbolo di qualità, producono il Raboso del Piave, vino dal sapore forte, ruvido, come la terra da cui proviene. Vi si dedica l'intera famiglia, il patriarca Alvise-Claudio De Davide, sua moglie Marta-Carla Stella, il figlio Jacopo-Christian Iansante, e i nipoti, lo spavaldo Spartaco-Maximiliano Hernando Bruno e l'entusiasta Marco-Andrea Pergolesi. I loro vicini, le nobildonne Querini, la contessa Cecilia-Sara Ricci e la contessina-Eleonora Panizzo, sono, invece, in decadenza, la loro produzione stenta. Nella spaccatura che attraversa il popolo, fra chi è a favore e chi contro l'Unità d'Italia, si traccia la storia della nuova nazione e quella dei Biasin e Querini, fra intrighi, passioni, dolori. Una grande saga familiare: «La sceneggiatura mi è piaciuta subito, il mio personaggio, così intenso, doveva avere una differenza d'età più marcata, di quella reale, con il nipote dei Biasin, perciò mi hanno un po' invecchiato. Cecilia è fragile e passionale insieme, vive in uno stato di debolezza, economica, e come donna, vista la condizione del tempo. Eleonora, mia figlia sul set, è carina e brava, con Maximiliano, all'inizio un po' intimidito, ci siamo subito affiatati, visto che in scena diventiamo amanti; Christian Iansante - il doppiatore di Johnny Depp, Christian Bale, Bradley Cooper - che stimo molto, è stato da me soprannominato "il Gerard Depardieu de noialtri", che peraltro è anche un produttore di vino. E Claudio Di Davide è un uomo e attore di classe, in costume sembrava uscito dal "Gattopardo". Sul set abbiamo avuto il piacere di sorseggiare sempre del buon vino, di cui sono un'appassionata, avete un vino che è il migliore d'Italia». Locations sulle rive del Piave, da Borgo Malanotte a Ca' di Rajo, dalle cantine Giol, a Ca' Marcello, alla tenuta Gambrinus, ma pure Venezia e Verona coinvolte: "Villa Ca' Marcello pensavo fosse palladiana. Conosco bene la vostra regione. Ho amici a Padova, ho visitato la Riviera del Brenta, ho apprezzato, in un giro in moto con il mio compagno, la bellissima Asolo, eletta come dimora dalla divina Duse».
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