Sant’Angelo, avvistati due ibis australiani

I rari volatili del Nilo si sono abbeverati nel Sile. Un residente li ha fotografati

Che ci fanno due splendidi ibis in via Selvatico, a Sant’Angelo di Treviso? Se l’è chiesto, ieri, un residente che ha fotografato i due maestosi volatili, noti per essere oggetto di venerazione nell’Antico Egitto e più facili da osservare sulle sponde del Nilo che su quelle del Sile. «Li ho visti aggirarsi tranquillamente nella campagna, come se fosse la cosa più normale al mondo», racconta Dino Masetto, protagonista del fortunato incontro, «è stato emozionante e molto piacevole, non so come ci siano finiti qui».

In effetti la Marca trevigiana non è l’habitat naturale in cui vivono normalmente gli ibis, che preferiscono climi assai più torridi (sono diffusi soprattutto nell’Africa subsahariana e in alcuni Paesi del Medio Oriente). Per piumaggio, dimensioni e colore, i due fotografati da Masetto sembrano due esemplari di “Ibis bianco australiano”, il che infittisce il mistero circa la loro presenza nella Marca. Probabilmente si tratta dello stesso esemplare avvistato nei giorni scorsi tra Saletto e San Bartolomeo di Breda di Piave, anche in quel caso una presenza “misteriosa” che ha incuriosito parecchi residenti.

Una possibile spiegazione, però, potrebbe risiedere nel progetto Walldrappteam, il cui principale obiettivo riguarda la reintroduzione dell’ibis eremita, specie a rischio di estinzione, in Europa. Il progetto si appoggia a otto partner in Austria, Germania e Italia coinvolti nel progetto, e permette che più di 120 ibis eremita migrino tra le pendici settentrionali delle Alpi e l’area di svernamento in Toscana. 

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