Salgareda, l'agricoltore Cescon: «Ho salvato i libri di Parise»
Durante la piena del Piave l’uomo, di Salgareda, è intervenuto con il suo trattore per recuperare le opere dello scrittore e le ha portate in un luogo sicuro dove farle asciugare

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SALGAREDA. L’opera di Goffredo Parise è custodita da quasi un mese in uno scantinato di via Soldati, difesa da un deumidificatore acceso tutto il giorno e dalle mani forti di Roberto Cescon, agricoltore di Salgareda che ha salvato molte prime edizioni delle opere dello scrittore morto nel 1986.
Senza il signor Cescon, non si sarebbero potuti salvare quei libri che la piena del Piave a fine ottobre aveva strappato ai mobili del secondo piano della Casa delle Fate, la piccola abitazione nella golena del fiume Sacro alla Patria dove Parise trascorreva le ore più tranquille. Era il primo novembre e Cescon si stava preparando a fare il giro dei cimiteri. Poi è arrivato il contrordine.

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Il sindaco Andrea Favaretto era arrivato di corsa davanti a casa sua per chiedergli di tirare fuori il suo Landini nuovo di zecca, ma soprattutto basso e stretto, uno dei pochi in tutto il paese che non si sarebbe bloccato davanti ai rami bassi che proteggono la casa dello scrittore, per portarlo in piena golena, cercando di salvare il salvabile della collezione dei libri di Parise. «Era un’emergenza, non potevo dire di no», dice Cescon.
L’amore per Parise ha contagiato anche lui. Quando parla dello scrittore sorride, lo tratta come un amico sincero e sempre pronto a una parola buona. «Era un grandissimo, non potevo certo tirarmi indietro». Allora si è tolto il vestito buono ed è corso dal suo trattore. E prima di partire: «Gli ho detto che quel giorno, anche se era nuovissimo, si sarebbe dovuto sporcare per forza». Quando è arrivato davanti alla Casa delle Fate, gli vengono i brividi. L’acqua aveva invaso metà del secondo piano, per terra c’erano 30 centimetri di fango.
«Se solo qualcuno si fosse aspettato una piena di quelle proporzioni si sarebbero potuti salvare subito tutti i libri. Che peccato». Dopo aver caricato le casse piene di libri fradici sul rimorchio è ripartito verso casa. Ha sistemato con cura tutti i libri a terra e ha adagiato della carta da cucina attorno alle pagine zuppe di alcuni tomi, almeno quelli che aprendosi non rischiavano di sfaldarsi. Tanti oggi sono ridotti così. Cescon ne prende uno dal destino ormai segnato e lo mostra. Le pagine arricciate, attaccate le une alle altre.
A terra ancora tanti libri sono ricoperti dal fango del Piave, che ha invaso le case di tante le famiglie e imbrattato ricordi e opere letterarie. Eppure, lo sforzo di Cescon potrebbe aver salvato buona parte dei volumi che si trovavano nella casa nel momento della piena. «Siamo fiduciosi, contiamo di recuperare il 90% del materiale, », spiega Enzo Lorenzon, fra i primi a credere nel progetto della Casa delle Fate. «In particolare le prime edizioni dell’opera di Parise tradotte in varie lingue, che io e Moreno Vidotto abbiamo raccolto in trent’anni di viaggi in Europa e Nord Africa. Ora faremo una lista dei libri più rari danneggiati e cercheremo le copie in tutte le biblioteche. Tanti ci stanno aiutando, sono dei veri e propri angeli». Ora serve solo l’ultimo miracolo.
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