Sale il debito Stefanel: nell’ultimo bilancio raggiunti i 95 milioni

PONTE DI PIAVE. Nell’anno più agitato della storia di Stefanel, transitata dalla rinuncia al concordato (giugno) alla dichiarazione di stato di insolvenza (luglio), fino all’arrivo del commissario giudiziale a all’amministrazione straordinaria (settembre), l’indebitamento dell’azienda non è migliorato, anzi, ha registrato un nuovo record negativo, peggiorando di 5 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente.. I numeri li ha comunicati la stessa società di Ponte di Piave due giorni fa nell’informativa mensile al mercato. Al 31 dicembre 2019, quindi, l’indebitamento finanziario netto di Stefanel Spa si è attestato a 95,1 milioni di euro, a fronte dei 90,9 milioni al 31 dicembre 2018. La parte più consistente è rappresentata dai finanziamenti bancari a medio-lungo termine, che valgono 73 milioni di euro. Leggermente più basso l’indebitamento complessivo del Gruppo Stefanel (che comprende anche Interfashion Spa, con il marchio High), attestato a quota 94 milioni di euro (88,1 milioni al 31 dicembre). Il processo di rafforzamento patrimoniale e finanziario, intrapreso già a partire dal 2016, non ha ancora portato i frutti sperati. In questo momento la situazione è “congelata”: fermati gli esuberi dei dipendenti, che non usciranno prima di luglio, e in ghiaccio anche la vendita dello stabilimento di Ponte di Piave, per il quale non si sono palesati acquirenti.
La cessione dell’azienda a un investitore industriale dopo l’esperienza dei fondi, o quantomeno l’ingresso di un soggetto di questo tipo in grado di apportare liquidità fresca, è considerato essenziale per la sopravvivenza e il rilancio del gruppo. E questo è anche il contenuto del piano che lo scorso 16 gennaio il commissario straordinario, l’avvocato Raffaele Cappiello, ha presentato al Mise. Tocca al ministero per lo Sviluppo economico ora deliberare circa l’autorizzazione a procedere con il piano, che potrebbe includere anche la messa all’asta dello storico marchio. Per ora le forze sociali restano alla finestra e non commentano i dati sull’indebitamento, in attesa di capire come e quando il piano di rilancio potrà partire. —
Andrea De Polo
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