Rogo devasta il deposito di carburanti

LORIA. Paura ieri mattina tra Castellana, Alta Padovana e Vicentino per uno spaventoso incendio divampato all'interno della azienda distributrice di carburanti “Fiorese Group” a Rossano Veneto, pochi metri dopo il confine con la provincia di Treviso e il comune di Loria. A destare preoccupazione la possibilità che il fuoco divampato in un capannone destinato allo stoccaggio di batterie e filtri olio esausti potesse estendersi alle vicine cisterne di gasolio. Invece il provvido intervento dei vigili del fuoco arrivati con cinquanta mezzi da Vicenza, Treviso e Castelfranco ha scongiurato quella che sarebbe stata una tragedia di immani dimensioni.
Fuoco all'alba. L'allarme è scattato alle 5.30 di ieri: «L'impianto di videosorveglianza - spiega Enrico Fiorese, figlio di Ivo, uno dei due titolari dell'azienda attiva dal 1959, novanta dipendenti, di cui cinquanta nella sede di Rossano - ha rilevato la presenza di fiamme in un capannone di Fiorese Ecologia, la divisione del nostro gruppo che si occupa dello smaltimento di rifiuti non urbani, come accumulatori e filtri per l'olio. Il fuoco si è propagato molto velocemente: temevamo soprattutto per i depositi di carburante. All'interno dell'area aziendale non c'era nessuno.
Pompieri al lavoro. È stato provvidenziale il rapido arrivo dei vigili del fuoco, che erano già operativi venti minuti dopo la chiamata». Intanto le fiamme e soprattutto il fumo cominciavano a essere visibili a chilometri di distanza, mettendo in allerta una decina di comuni, oltre a migliaia di persone, comprensibilmente preoccupate dei veleni che potevano espandersi nell'aria. Nessun rischio per diossina ed eternit. «La squadra aziendale di sicurezza e soccorso - continua Fiorese - è subito entrata in azione a fianco dei vigili del fuoco, dimostrando cosa vuol dire investire in sicurezza». Quattro squadre di pompieri erano impegnati unicamente a tenere il fuoco distante dalla cisterne di combustibile, dove la vernice cominciava a colare per l'alto calore. Alle 9.30, cioè quattro ore dopo l'allarme, l'incendio era domato.
Le unità di crisi. Intanto dalle due unità di crisi costituitesi nei municipi di Rossano e Loria si è proceduto ad avvisare con ogni mezzo la popolazione: sms, post su Facebook, megafoni che circolavano per i centri urbani: non uscite di casa, tenete chiuse porte e finestre, ma soprattutto non recatevi per curiosità sul posto dell'incendio. Contemporaneamente anche l'Arpav di Vicenza entrava in azione. «Escludiamo al momento inquinamento da diossina o eternit - assicura Enrico Fiorese - saranno le analisi dell'Arpav a confermarlo. Non c'è stato neanche inquinamento delle acque di falda attraverso l'acqua utilizzata per lo spegnimento: tutta l'acqua che cade all'interno dell'area viene infatti convogliata in vasche dove poi viene filtrata».
Oltre un milione di danni. L'incendio ha completamente distrutto metà del capannone di Fiorese Ecologia, i macchinari per il trattamento dei rifiuti speciali, alcuni mezzi, l'intero impianto fotovoltaico: sicuramente il conto dei danni è superiore al milione di euro. «È una fortuna che non siano state coinvolte persone. È nostra intenzione ricominciare subito, trasferendo parte della attività in una nostra sede nel Padovano oltre che accogliendo la disponibilità dei colleghi». Già a mezzogiorno dai vigili del fuoco è arrivato il via libera alla ripresa dell'attività riguardante oli e carburanti. Allarme dunque rientrato dopo oltre sei ore di febbrile lavoro.
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