«Rodin, così sarà la mia mostra»

Goldin: le stanze e le zone tematiche, il restauro della sala ipogea, le monumentali statue nei chiostri
Frigo AG.FOTOFILM treviso sala mostra rodin santa caterina
Frigo AG.FOTOFILM treviso sala mostra rodin santa caterina

Alcune stanno viaggiando da Barcellona a Parigi, altre arrivano nella capitale francese da New York, dove sono state esposte al Metrpolitan. Arriveranno in Italia con due capienti autotreni e verranno trasbordate in 4 camion, con cui giungeranno a Treviso. Tutto è pronto, al museo di Santa Caterina, per accogliere le opere di Rodin (50 sculture e 23 disegni) e i due dipinti, di Munch e Monet, che costituiranno la mostra di Linea d’Ombra che aprirà il battenti il 24 febbraio per chiudere, salvo proroghe, il 5 giugno.

Tutto è pronto, almeno sulla carta, per questa mostra del Centenario, e ieri il curatore Marco Goldin, accompagnato dal sindaco Manildo, dall’assessore Franchin e dal direttore dei musei Emilio Lippi ha compiuto un viaggio all’interno di S. Caterina illustrando le aree tematiche e le opere che vi troveranno collocazione.

Partenza del tour rovesciata rispetto al percorso deciso, e questo per ammirare il lavoro di ristrutturazione della sala ipogea firmato dall’architetto Gherardi, che ha risanato (con una spesa di 1,7 milioni che comprende una serie di lavori a tutto il complesso per segnare la diversificazione tra la zona-mostre e quella di esposizione permanente) un’area di 400 metri quadri che (esistono i filmati) imbarcava letteralmente rivoli d’acqua di falda e fogna. La sala ipogea rappresenta il clou del percorso e ospiterà al centro la famosissima opera “Il bacio” e in quattro angoli diversi opere di grande volume il “monumento a Balzac”, “ Il Pensatore” con accanto il quadro che Munch realizzò sullo stesso tema, alcuni marmi con al centro”Il Pensiero” (la testa di Camille Claudel con la cuffia nuziale).

La prima sala, in alto, sarà dedicata alle sculture che vanno dal 1864 alla metà degli Anni 80, compreso un busto di Rodin eseguito dalla Claudel, “l’Età del Bronzo”, ma anche “Adamo ed Eva” e tutte le opere derivate dalla ideazione della “Grande Porta dell’Inferno” che spiccherà al fondo della sala. Si scende poi nella seconda grande sala che ha già ospitato buona parte della mostra su Escher e che ospiterà le imponenti sculture “San Giovanni Battista” e “l’Uomo che Cammina”, oltre a numerosi studi e busti decollati alla maniera dei classici antichi. Questa sala è divisa in due e nella seconda campata ospiterà tutti i lavori collegati alla grande opera “I Borghesi di Calais”, il grande quadro “Reti da Pesca” che fu esposto nella mostra del 1989 che accomunò Rodin e Monet, il dinamico “Fugit amor”, l’opera “La Meditazione” usata come studio per lo scenografico Monumento a Victor Hugo (2.85x2.20 in bronzo) che troverà posto, invece, nel chiostro grande, quello dal quale è stato tolto il cavallo di Nena e che ospitò il “Tubiolo” di Martini.

Nel secondo, più raccolto e dolce chiostro rinascimentale con pozzo, incorniciato da quattro melograni che in primavera saranno un trionfo di verde e fiori, troverà posto il Jean d’Aire che altri non è che una delle figure dei Borghesi di Calais. Lungo il percorso si potranno trovare i 23 disegni di Rodin. Intanto è pronto il catalogo: un libro di 280 pagine con un saggio di Goldin e le pagine del libro di Rilke su Rodin.

Toni Frigo

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