Rissa: nuova condanna alla “belva”

È già in carcere per una atroce violenza sessuale di gruppo ai danni di un disabile, avvenuta a Musano di Trevignano. Ora il conto che Manolo Innocenti, 38 anni, deve pagare alla giustizia rischia di farsi ancora più salato: ieri la Corte d’appello lo ha condannato ad altri tre anni e sei mesi di reclusione per un pestaggio avvenuto nei pressi della stazione dei treni di Treviso nel 2008. Assistito dall’avvocato Davide Favotto, il giostraio, residente a Paese, ha comunque ottenuto una riduzione di pena rispetto la sentenza di primo grado (cinque anni e mezzo). La rissa era scoppiata per futili motivi: un gruppo di ragazzi, dopo aver mangiato un panino al chiosco mobile di fronte la stazione, voleva andarsene. La loro auto, però, era bloccata da quella di Innocenti. Da lì una discussione finita a botte terrificanti: uno dei ragazzi colpiti dal giostraio ha riportato una frattura ossea facciale, un altro la rottura di un timpano.
Ora il legale di Innocenti annuncia ricorso in Cassazione. Cassazione che si è già espressa nel 2012, invece, in merito alla violenza di Musano, confermando le pene per lui e per il fratello Gesuè. La vittima era stata attirata nello scantinato della loro abitazione con la scusa di effettuare alcuni lavori. Gli aguzzini lo avevano poi costretto ad alcuni pesantissimi «giochi erotici» che avevano fotografato e filmato. Il tribunale di Treviso aveva inflitto condanne durissime che però l’Appello ha ridimensionato: Manolo, condannato a 9 anni in primo grado, è passato a 5 anni; Gesuè da 8 anni a 4. Pene praticamente dimezzate grazie anche al risarcimento di 35 mila euro versato dagli imputati alla vittima.
Fabio Poloni
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