Rissa in campo per un rigore I carabinieri «salvano» l’arbitro

PEDEROBBA. Le contestazioni per un rigore, nel calcio, sono quasi obbligatorie. Soprattutto se si parla di partite di play off prima categoria. Ma se le polemiche degenerano in urla, strepiti, espulsioni, può capitare perfino che a fine partita l’arbitro venga assediato, costretto a chiudersi nello spogliatoio e chiamare i carabinieri.
Ecco quanto successo ieri sera sul campo di calcio di Onigo di Pederobba dove la squadra di casa, l’Sp 2005, sfidava l’Alpago in una delle partite cruciali per la promozione. Tutto normale (agonismo a parte) per tutto il primo tempo che si conclude con su uno 0-0 che non fa ben sperare. La ripresa parte sullo stesso ritmo, ma sulle ultime battute della partita che la situazione degenera incredibilmente. L’Alpago è passato in vantaggio ipotecando tre punti cruciali. L’Sp 2005, quando mancano cinque minuti alla fine, riesce a bucare la difesa avversaria e pareggiare. Gli occhi di tutti, tifosi compresi, sono puntati al cronometro. Sugli spalti e in campo la tensione cresce palpabile secondo dopo secondo ed esplode quando l’arbitro, a due minuti dal novantesimo, fischia un rigore ai danni dell’Alpago. «Il fallo è netto» dice lui, ma sulla panchina dei bellunesi hanno ben altre considerazione. L’allentore dà di matto, e così un paio di giocatori. Scoppia il parapiglia, e tra urla e strepiti il giudice di gara, di Chioggia, estrae un filotto di tre cartellini rossi.
Il rigore segna il vantaggio della squadra di casa tirandosi dietro le grida e gli improperi dei supporter bellunesi.
Figuariamoci poi cosa accade quando l’arbitro, per recuperare il tempo perso a litigare, fa proseguire la partita ben oltre il 90° e nei tre minuti che seguono la scadenza naturale del match l’Sp 2005 infila per la terza volta il portiere bellunese.
Attorno al campo scoppia un vero e proprio pandemonio. Tra giocatori, allenatore, tecnici e tifosi dell’Alpago imbufaliti, l’arbitro taglia l’angolo e si rifugia nello spogliatoio per fare la doccia. Questione chiusa? Macchè. La rabbia per il rigore concesso, la partita persa, le recriminazioni, le espulsioni caricano una protesta che finisce in un vero e propri assedio davanti agli spogliatoi. C’è chi grida «vieni fuori», chi urla offese irripetibili, chi batte i pugni sulla porta. Il tutto sotto gli occhi di qualche dirigente dell’Sp 2005 che rischia grosso nel tentativo di riportare la calma.
I tifosi sono letteralmente inferociti e non accennano a muovere un passo. La situazione è tanto tesa da rendere necessario chiamare i carabinieri. Non si è ben capito chi abbia contattato il 112. Se l’arbitro assediato o qualche dirigente sportivo che aveva sentito odor di linciaggio. Certo è solo l’arrivo di due pattuglie a sirene spiegate, che hanno immediatamente gelato gli animi della tifoseria ospite e liberato l’arbitro dopo venti minuti d’assedio.
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