Rimborso fasullo: ispettore condannato

CONEGLIANO. Un funzionario dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi agroalimentari di Conegliano è stato ieri condannato a un mese di reclusione e 50 euro di multa per...

CONEGLIANO. Un funzionario dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi agroalimentari di Conegliano è stato ieri condannato a un mese di reclusione e 50 euro di multa per aver tentato di farsi rimborsare un pasto di 23 euro. La condanna sarà sospesa e non vi sarà traccia nel casellario. La vicenda prende avvio quattro anni fa dalla segnalazione di un'imprenditrice di un'azienda vinicola di Vidor. Due ispettori svolsero un controllo nella sua azienda nell'ottobre 2008 e nella pausa pranzo andarono insieme in una nota locanda della zona. L'imprenditrice pagò il pranzo a tutti, ma successivamente risultò che i funzionari pubblici chiesero il rimborso (Icqrf è l'ispettorato braccio operativo del Ministero dell'agricoltura). «Io ho pagato il mio pranzo, figuriamoci se mi sporco per 23 euro, preferisco evitare», ha riferito in aula l'ispettore Angelo Barile, imputato della tentata truffa. Lui ha sostenuto di aver pagato quanto aveva mangiato e per questo chiese il rimborso (anche se successivamente la ritirò). Nella sua deposizione Barile aveva tirato in ballo il collega Loris Serafin, con lui quel giorno, raccontando che era stato «messo in disparte durante il controllo», e c'era un, «parlare confidenziale» tra il collega e l'imprenditrice. L'ispettore era presente ieri in tribunale dove è stata letta la sentenza, all'uscita ha sbuffato. Aveva sperato in una assoluzione piena. La difesa aveva chiesto il giudizio e il proscioglimento dopo un decreto penale di condanna emesso dal gip. Comunque l'ispettore potrà godere della sospensione condizionale della pena e nella non menzione nel casellario giudiziario, così come sentenziato dal giudice monocratico di Conegliano. (di.b.)

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