Riese. Perde tutto con Amicopolis, l'ultima confidenza di Moris: «Mi ha detto: mi ammazzo»

«Aveva paura di deludere i genitori. Pensavo di averlo dissuaso, non è stato così»

RIESE. «Una settimana prima del tragico gesto, Moris mi aveva detto che aveva in mente di farla finita. Ho cercato in tutti i modi di dissuaderlo, mettendomi in contatto con amici che informassero i familiari di questo pericolo che però, sono sincera, alla fine sembrava essersi allontanato dai suoi pensieri. Purtroppo non è stato così».

A parlare è un amica di Moris che, per ovvi motivi, vuol mantenere l’anonimato.Anche lei ha tentato la strada della fortuna prima con AmicoPolis, pensando di scommettere qualcosa, qualcosa di superfluo che non avrebbe avuto risvolti sulle necessità quotidiane. Se andava bene tutto di guadagnato, se andava male nulla di irreparabile a parte la delusione.

È in questo ambito che si concretizza il rapporto con Moris: «Che le cose con AmicoPolis si stavano mettendo male era ormai chiaro a tutti: troppi avvisi a vuoto circa una possibile sistemazione delle cose, il rispetto dei patti. In un post dove Moris esprimeva più di altre volte la sua preoccupazione, gli ho dato la mia disponibilità a parlarne insieme, anche solo per sfogarsi da quel peso che aveva dentro. Non so perché l’ho fatto, non ci conoscevamo di persona, forse un sesto senso».

Dai post di Sbrissa emerge, oltre alla delusione, anche il desiderio che chi è riuscito a carpire la sua fiducia ne paghi le conseguenze, non vendetta ma giustizia. Evidentemente però quella disponibilità al confronto aveva fatto breccia. «Attraverso il servizio di messaggistica dei social, Moris mi ha chiesto la disponibilità non solo di scriverci ma anche di parlare. E così, sempre con questa modalità, abbiamo parlato a lungo. Mi è apparso subito come una persona buona. Ma era disperato per il fatto di aver sperperato i suoi soldi, quanti esattamente non me lo ha detto, ma si capiva benissimo che non parlavamo di qualche centinaia di euro. Era preoccupato per il fatto che se la cosa fosse emersa avrebbe dato un grande dispiacere alla sua famiglia: un dispiacere insopportabile per lui, in primis. Tanto da pensare al peggio».

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Durante la chiamata, l’amica riesce a capire qual è la situazione economica di Moris: «Mi ha detto che aveva un lavoro, che viveva da solo in una casa di sua proprietà, facendomi capire che la situazione non era disastrosa al punto tale da non sapere più dove sbattere la testa. L’importante era trovare soluzione per uscirne a testa alta, sempre in riferimento alla famiglia: ma non ho percepito rapporti tesi tra loro».

Proprio da qui l’amica prova a giocare una ultima carta: «Gli ho detto di pensare alle conseguenze per i genitori se si fosse ucciso: “Moris, secondo te preferirebbero averti con loro o vivere con la disperazione non solo perché non sanno il motivo di questo gesto, ma anche di non aver potuto fare nulla per impedirtelo?». Quando i due chiudono la telefonata, all’amica pare che a Moris Sbrissa quello sfogo, quel confronto, sia servito ad allontanarsi dalle sue tragiche intenzioni: ma ugualmente cerca, attraverso le flebili amicizie sui social, di mettere qualcuno in allarme. «Poi sabato la terribile notizia. Sono rimasta sconvolta, come tanti che avevano potuto percepire la sensibilità che aveva Moris». 

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