Regalo alla memoria di Pio X A nuovo la tomba di famiglia

RIESE pio x
Il cognato di Pio X Giovanni Parolin in qualche modo riposerà accanto alla moglie Teresa Sarto, sorella del papa di Riese. È questo l’intervento più evidente del restauro della tomba della famiglia Sarto nel cimitero di Riese, conclusosi in questi giorni a cura di Battista Parolin, pronipote del pontefice e che persegue l’impegno dato direttamente dal papa alla sua famiglia di prendersi cura di questa cappella dove sono sepolte la mamma e le sorelle di Pio X, con la risistemazione della pavimentazione dell’area antistante e circostante la cappella, già costituita in materiale cementizio ormai usurato dal tempo, e che appare ora in veste dignitosa grazie alla posa di lastre di marmo. Ma l’intervento più significativo è stato il trasportarvi, accanto all’ingresso, la stele funeraria risalente al 1907 in memoria del cognato del Papa, Giovanni Parolin, con il ritratto del defunto in bassorilievo, pregevole opera dello scultore di Cavaso del Tomba Francesco Sartor, anche lui nipote di Pio X e autore di molte opere che si trovano nelle chiese locali, stele che prima si trovava in uno dei muri perimetrali del cimitero e che solo un occhio attento poteva scovare tra quelle più antiche del cimitero comunale.
La costruzione della cappella risale al 1913; in quell’anno venne a mancare Rosa Sarto, sorella del papa che assieme ad Anna e Maria, segui Pio X a Roma. Fu Pio X in persona a dare disposizione al nipote Antonio Parolin di Riese di curarne l’edificazione, dove poi trovò nuova sepoltura anche la mamma del papà, Margherita. Da allora la cura e la manutenzione della cappella gentilizia dei Sarto è stata eseguita dai suoi discendenti, tra cui appunto Battista, ora il più prossimo discendente di Teresa Sarto, vi ha nel frattempo eseguito vari interventi. «Un lavoro da apprezzare perché da nuovo decoro a quello che possiamo definire uno dei più importanti monumenti che riportano a San Pio X», commenta il sindaco Matteo Guidolin, «tra l’altro anche questa è meta di numerosi visitatori e pellegrini». —
Davide Nordio
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