Ragazza violentata per tre anni dallo zio

È alla fine di una lezione di educazione affettiva e sessualità, in un istituto superiore di Treviso, che una ragazzina d’origine africana di 16 anni avvicina la psicologa Orietta Sponchiado: «Dottoressa, ho bisogno di parlarle. Da sola». La ragazzina è nervosa e la psicologa capisce subito che si tratta di qualcosa di importante. Le dà appuntamento per qualche giorno dopo nel suo studio. La ragazza effettivamente mantiene da tempo un orribile segreto. Per tre lunghi anni della sua adolescenza, tra i 12 e i 15 anni, è stata violentata dallo zio paterno.
È da quella confidenza che, nel febbraio del 2014, ha inizio una delicata indagine della polizia conclusasi, pochi giorni fa, in tribunale a Treviso, con una condanna dello zio paterno, S.D., 36 anni, operaio, a cinque anni di reclusione per violenza sessuale plurima di una nipote e per tentata violenza su un’altra nipote, in un processo con rito abbreviato.
L’indagine degli agenti della polizia giudiziaria del tribunale e della squadra mobile, inizia poco più di un anno fa quando la psicologa segnala in procura il caso della sedicenne. La ragazza è figlia di una coppia africana, ben integrata, che vive a Treviso, accanto alla famiglia dello zio paterno. Le due famiglie sono affiatate e la ragazza, con la sorellina, molto spesso vanno dallo zio paterno a fare da baby sitter per i cuginetti. Proprio quando la nipote si trovava a casa da sola con lo zio che avvenivano i rapporti sessuali. È stato un approccio graduale quello dell’uomo. Prima i palpeggiamenti, poi i rapporti sessuali completi. Per tre lunghi anni la ragazzina ha mantenuto dentro di sè il segreto delle violenze sessuali, senza mai confidarsi con i familiari per paura di non essere creduta e per timore di rovinare la famiglia dello zio. Nel corso delle indagini, la ragazzina viene sentita da altri due psicoterapeuti, prima da quello nominato dal pubblico ministero Massimo De Bortoli, poi da quello nominato dal giudice durante l’incidente probatorio. In entrambi i casi, la ragazza conferma le accuse contro lo zio e viene ritenuta credibile dai professionisti.
Pochi giorni fa, il processo in rito abbreviato davanti al giudice Angelo Mascolo che ha condannato l’imputato alla pena di cinque anni di reclusione, non solo per gli abusi sessuali plurimi ai danni della nipote, ma anche per un episodio di tentata violenza nei confronti dell’altra nipotina, sorella minore della studentessa.
L’uomo, che non è mai stato sottoposto a misura cautelare, dopo che se n’è andato a lavorare all’estero, non finirà in carcere finché la condanna non sarà definitiva.
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