Produzione a-30% e prezzi a + 15%, la pioggia rovina il radicchio Igp

Da settembre 2024 al 31 gennaio 2025 sono stati raccolti 309 mila chili di radicchio tardivo Igp e 339 mila chili di precoce Igp. Tosatto (Consorzio di tutela): «Stagione difficile, ci abbiamo rimesso»

Lorenza Raffaello
La raccolta del radicchio
La raccolta del radicchio

La legge della domanda e offerta ha dominato, inesorabile, la stagione 2024-25 del radicchio tardivo Igp.

La produzione è diminuita del 30% e il prezzo, di contro, è aumentato di almeno il 15%. I consumatori lo desiderano e, meno ce n’è in circolazione, più sono quelli disposti a pagare un prezzo superiore rispetto all’anno precedente. Il radicchio piace sempre di più, non solo a Treviso, la sua patria, ma anche in tutta Italia dove i prezzi hanno toccato vette da capogiro soprattutto nelle grandi città del Nord come Milano, dove il fiore d’inverno ha superato di gran lunga i 20 euro al chilo e comunque ha raggiunto cifre mai sfiorate fino ad ora.

Tutta colpa dell’andamento climatico soprattutto dei primi mesi della stagione, in cui le piogge incessanti non hanno dato tregua. Il risultato? Produzione bloccata proprio nella fase iniziale della produzione e a rimetterci sono stati gli agricoltori.

Il peso della produzione

Il calo della produzione non ha interessato solo il più famoso radicchio tardivo, ma anche il variegato di Castelfranco e il precoce di Treviso, di cui c’è stato un incremento che ha interessato la primissima parte di stagione, ma poi le piogge dell’autunno hanno arrestatola produzione fino a gennaio.

Ad oggi sono certificati sono i numeri dal 1° settembre 2024 fino al 31 gennaio 2025, quando il radicchio rosso di Treviso precoce è arrivato a quasi 339 mila chili, mentre il tardivo si è fermato a 309 mila chili. Il variegato di Castelfranco invece ha raggiunto i 244 mila chili.

«La seconda parte della stagione l’andamento della certificazione su tardivo potrebbe evidenziare una mancanza del 30% rispetto alla stagione precedente, il variegato di Castelfranco, invece, potrebbe essere in linea con lo scorso anno o con una variazione minima», dichiara Andrea Tosatto, presidente del Consorzio di tutela del radicchio di Treviso Igp e variegato di Castelfranco Igp.

Il prezzo medio

Per quanto concerne il prezzo, il Consorzio ha scelto di non dare indicazioni perché altalenante e dipende da diverse variabili: dalla zona e dal canale di distribuzione, dal periodo, dall’export. «A livello territoriale il prezzo è stato leggermente più alto dello scorso anno vista la minore disponibilità di prodotto e hanno solo parzialmente ristorato le perdite dei produttori».

A raccontare la dinamica dei prezzi sono direttamente i grossisti. Stando alla media dei dati raccolti durante la stagione, ci sono stati due momenti: il prezzo ad inizio stagione, le prime settimane di novembre, in cui il radicchio (non certificato) ha raggiunto quota 8-9 euro al chilo fino ad arrivare ai 4,5 euro al chilo durante la massima produzione. Il prezzo medio nella stagione 2024-25 è stato di 6 euro al chilo.

I motivi

La piovosità è solo uno dei tanti fattori che hanno condizionato la stagione produttiva del radicchio, dalla quale però sono dipesi, a cascata, svariati problemi fitosanitari.

Anche perché i produttori possono arginare solo marginalmente perché, come spiega Tosatto: «Il prodotto Igp segue chiaramente le indicazioni della Comunità Europea sulle direttive di impianto e di trattamento delle colture. I nostri produttori e tutto il territorio sono resilienti e credono fermamente in questi due prodotti Igp: la programmazione per la prossima campagna è in pieno svolgimento e conferma i medesimi volumi, forse con qualche incremento» . 

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