Raddrizzò la Costa Concordia, medaglia all’ammiraglio trevigiano

Sessantatré anni, ammiraglio, una lunghissima esperienza in Marina e un ruolo chiave nella grande operazione che ha permesso di raddrizzare la Costa Concordia, la grande nave da crociera protagonista dell’incidente a largo dell’Isola del Giglio. È Stefano Tortora (in foto), trevigiano d’origine, consulente del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare ed oggi medaglia d’argento al merito, proprio per la gestione del mastodontico cantiere che ha permesso di raddrizzare la nave, evitando il disastro ambientale in uno dei luoghi più affascinanti del mar Tirreno.
L’onorificenza gli è stata ufficialmente conferita alcuni giorni fa per «l’elevatissimo impegno, l’esemplare dedizione e la straordinaria competenza tecnica» dimostrata proprio nelle fasi cruciali di tutta l’operazione che Tortora ha seguito e pianificato assieme al capo della protezione civile Gabrieli. Ad esserne reso partecipe anche il Comune di Treviso che a Tortora, figlio di un generale dell’Aviazione che operava proprio a Treviso, ha dato i natali nel 1951. Poi il destino e la vita dell’ammiraglio lo hanno portato altrove. Trasferitosi in tenera età, Tortora ha studiato a Grosseto arruolandosi e poi studiando fino all’Accademia navale di Livorno laureandosi in ingegneria navale a Genova. Da lì l’inizio di una importante carriera per il marinaio trevigiano. Un crescere di responsabilità che l’ha portato ad occuparsi di una delle più importanti emergenze ambientali che l’Italia del mare ricordi.
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