Quinto, le querce sono bellissime, ma l’ombra ferma il fotovoltaico

Una famiglia di Quinto chiede la potatura delle piante: «Sono troppo alte, ci bloccano l’impianto» Il sindaco Dal Zilio: «Dovevano valutare la posizione dei pannelli e considerare anche gli alberi»

QUINTO. La bella stagione, il fotovoltaico in bella mostra, la bolletta che si azzera. Nemmeno per sogno. Denis Calabretto, residente con la famiglia in via Marzabotto a Quinto, aspetta ancora che il sole sia dalla sua parte. La vicenda che lo riguarda è alquanto singolare, poiché vede collidere due visioni “green”. Da una parte la denuncia della famiglia di non ottenere il massimo rendimento dai pannelli fotovoltaici installati sul tetto di casa e dall’altra l’esigenza dell’amministrazione comunale di preservare il verde del territorio. Motivo dello scarso rendimento dell’impianto fotovoltaico, a detta della famiglia e dell’azienda installatrice, sono infatti tre querce presenti nel giardino della scuola media “Ciardi” e prospicenti alla proprietà di Calabretto che, nel novembre 2012, trasferitosi da poco nell’abitazione di via Marzabotto, aveva denunciato la problematica al sindaco.

Nella lettera inviata chiedeva «di ridimensionare la chioma degli alberi sia in altezza che in volume nel più breve tempo possibile» poiché gli stessi causavano «il parziale funzionamento dell’impianto fotovoltaico» installato da poco dalla famiglia. La missiva non aveva ricevuto risposta ma, nel giro di qualche tempo, era stata effettuata una minima potatura agli alberi in questione, che comunque non risultava accontentare la famiglia. Dal 2012 a oggi sono intercorsi vari colloqui tra la famiglia di Calabretto e gli uffici comunali, fino ad un recente incontro con il sindaco di Quinto, Mauro Dal Zilio, che ha portato ad un ulteriore taglio di alcuni rami, nella parte bassa degli alberi “incriminati”.

La famiglia, che evidenzia anche problematiche relative a rami e fogliame, non si spiega comunque perché siano stati utilizzati metodi differenti di potatura tra gli alberi confinanti con la proprietà e gli altri, ben più alti, presenti nel giardino delle scuole. «Perché, a distanza di pochi metri, alcuni alberi sono stati capitozzati ed altri no? C’è un problema di metodo ed il cittadino deve sempre sollecitare prima che le autorità comunali intervengano» denuncia Calabretto «quando il Comune interviene lo fa solo per darti un contentino e non si risolve mai il problema».

Da parte sua il sindaco sottolinea come ogni intervento sul verde, specie se in aree del Parco del Sile (com’è per gli alberi in questione) venga effettuato sotto la supervisione dei tecnici del Comune e di esperti ecologi, che definiscono modalità e tempi della potatura. «Abbiamo un territorio da preservare» spiega Mauro Dal Zilio «di fronte al bene pubblico le aspettative del cittadino devono andare a ridimensionarsi». Per ciò che riguarda il diverso metodo di potatura degli alberi presenti nel giardino della scuola il primo cittadino spiega come vi siano stati dei problemi con la ditta che ha effettuato il taglio e che comunque, per gli alberi che interessano direttamente la famiglia, non sia ammissibile una capitozzatura totale. «La famiglia doveva valutare preventivamente la posizione dei pannelli e considerare ovviamente anche gli alberi presenti a poca distanza» dice Dal Zilio.

I Calabretto si difendono, spiegando che solo quella poteva essere la posizione dell’impianto fotovoltaico, come individuato dai tecnici della ditta, e che nel continuo rimpallo da un ufficio all’altro mai erano stati chiamati in causa o illustrati i vincoli connessi al parco del Sile. La vicenda probabilmente non terminerà qui e la famiglia continua a sperare in un intervento che vada a risolvere o quantomeno limitare la questione.

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