Quei “Cacciatori di frodo” che puntano il Premio Strega

Il romanzo del trevigiano Alessandro Cinquegrani in corsa per il più importante riconoscimento letterario italiano: "L’ho scritto in nove giorni, sono felicissimo"

«I cacciatori di frodo sono figure metaforiche che il protagonista intravede, ma non sa se esistano realmente: sono forze che agiscono contro il sistema, sono un’idea contro il pensiero dominante», spiega l’autore. «Cacciatori di frodo» (Miraggi edizioni, 12,50 §) è il titolo del romanzo di Alessandro Cinquegrani e candidato al Premio Strega 2013. La notizia è stata data nei giorni scorsi dalla Fondazione Bellonci e la candidatura è stata avanzata dall’italianista e filologo Pietro Gibellini e dallo storico dell’arte Enrico Castelnuovo.

Già finalista nel 2010 al Premio Italo Calvino, il romanzo è stato scritto di getto, in nove giorni appena. Come abbia fatto, lo sa soltanto lui.

Alessandro Cinquegrani, 39 anni, sposato, infatti è padre di quattro vispi pargoli. Trevigiano Doc, vive a Sant’Antonino e, dopo solidi studi al liceo scientifico al “Da Vinci”, il trasferimento a Ca’ Foscari dove oggi è ricercatore di Letteratura comparata.

«Un interrotto monologo interiore in cui, sullo sfondo di un moderno Nordest trasfigurato in surreale luogo di espiazione, risuonano echi biblici e richiami espliciti alla poesia di Leopardi e al cinema di Antonioni», dice Gibellini presentando il romanzo. Che Castelnuovo definisce «breve e denso, di alto livello letterario e singolare qualità».

La trama. Tutte le mattine prima dell’alba, una donna esce dalla casa cantoniera giù al fiume, percorre dodici chilometri di un binario morto e si sdraia subito dopo la curva troppo stretta, aspettando il treno «che le faccia rotolare la testa giù dall’argine e nel fiume». Tutte le mattine, un uomo percorre quegli stessi dodici chilometri per riportare a casa la moglie, sdraiata sui binari subito dopo la curva troppo stretta. Nella sua mente si attorcigliano i fantasmi di un tempo andato, la famiglia, un figlio, un fratello. La vita e la morte, la colpa e l’espiazione. E lungo il fiume Piave, cacciatori di frodo si nascondono...

«Una grandissima emozione, la candidatura. Spesso si parla dello Strega come un premio dominato dai grandi editori e dalle lobbies: almeno per me e in questa fase del premio non è così », dice Cinquegrani.

Il comitato direttivo sceglierà il 16 aprile prossimo i dodici libri selezionati per la fase finale. «Ma per me è già un successo» continua Cinquegrani, «il libro sta riscuotendo consensi di critica e di lettori così posso lanciare il mio messaggio. È un messaggio di speranza che passa attraverso la tragedia perché proprio nella crisi, personale o sociale, si possono scoprire risorse impensate per ritrovare se stessi e la propria identità».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso