Preganziol, il Tar: no alla sala giochi vicino alla comunità per disabili

Il tribunale amministrativo ha dato ragione al Comune. La sindaca: «Tuteliamo le persone dal rischio ludopatia»

Savina Trevisiol
No alla sala giochi vicino alla comunità per disabili
No alla sala giochi vicino alla comunità per disabili

Niente sala giochi nel ristorante di Preganziol che puntava ad aprire un’area con slot machine e scommesse: il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto ha respinto il ricorso della società interessata, dando ragione al Comune che già aveva bloccato l’attività al momento della richiesta nel 2024.

Alla base della decisione, la prossimità con una comunità residenziale per persone con disabilità: appena 363,90 metri, sotto la soglia dei 400 fissata dalla legge regionale a tutela dei luoghi sensibili.

La vicenda

La vicenda era iniziata l’anno scorso, quando la società aveva presentato la richiesta di apertura al Comune, trovandosi però di fronte a un parere negativo che sottolineava il mancato rispetto delle distanze e avviando così un contenzioso culminato con il ricorso al Tar.

Durante il procedimento i promotori avevano contestato le misurazioni, sostenendo che la distanza corretta fosse di 410 metri calcolati dall’ingresso principale della struttura, e avevano messo in dubbio la reale presenza di categorie protette al suo interno. I giudici hanno però respinto queste tesi, chiarendo che ai fini del calcolo contano tutti gli accessi, anche secondari e poco utilizzati, e che la comunità ospita effettivamente persone disabili, come documentato dal Comune.

La decisione del Tar

I giudici hanno respinto anche l’obiezione della società secondo cui la legge regionale non sarebbe stata valida perché in contrasto con le norme nazionali e con un accordo Stato-Regioni del 2017 con minori limitazioni in merito: quell’accordo, però, non è mai diventato vincolante e quindi la normativa veneta resta pienamente efficace. Per l’amministrazione la decisione rappresenta una conferma decisiva.

«Il Tar ha confermato la correttezza delle valutazioni dell’amministrazione nell’attuare la normativa regionale sul contrasto alla ludopatia» commenta la sindaca Elena Stocco «La tutela delle persone più fragili è l’obiettivo cardine della legge e riteniamo positivo che i Comuni abbiano strumenti concreti per proteggere i cittadini dai rischi del gioco d’azzardo. Continueremo a impegnarci su tutti i fronti, insieme all’Ulss, per promuovere la prevenzione di questa piaga sociale, i cui costi ricadono sull’intera comunità».

La sentenza mette così la parola fine a un anno di diatriba e ribadisce che sul gioco d’azzardo non ci possono essere deroghe: il rispetto delle distanze va garantito senza eccezioni e la salute pubblica ha la priorità sugli interessi privati. —

 

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