Preganziol piange Giuseppina, storica maestra elementare

PREGANZIOL. Ha chiuso gli occhi serenamente, con lo stesso sentimento con cui per anni aveva conquistato il cuore dei suoi tanti alunni. Giuseppina Baccan, vedova Da Ponte, per tutta Preganziol era la maestra “Giuseppina”, se n'è andata giovedì scorso con il conforto dei suoi cari, i figli, i nipoti e il fratello. I funerali della storica insegnante di Preganziol, conosciuta da tutti per le buone maniere e il carattere affabile, si svolgeranno martedì 24 febbraio nella chiesa arcipretale di Preganziol. La stessa dove aveva devotamente pregato per una vita. Giuseppina Baccan era stata maestra elementare prima nella frazione di Sambughè, nella scuola elementare Tegon, poi nella struttura di via Manzoni a Preganziol. Le mura della scuola elementare “Papa Giovanni XXIII” hanno accompagnato per tanti anni la quotidianità del suo insegnamento. Davanti alla sua cattedra e alla sua lavagna la maestra elementare ha visto scorrere intere generazioni di preganziolesi, contribuendo alla loro formazione e all'apprendimento delle materie scolastiche. I familiari nei giorni scorsi hanno ricevuto anche un telegramma di condoglianze da parte dell'amministrazione comunale firmato dal primo cittadino di Preganziol Paolo Galeano: «Ho voluto comunicare la nostra vicinanza e un ringraziamento per il ruolo svolto in città» ha commentato il sindaco, che ha espresso il suo cordoglio a nome di tutta la città. Giuseppina Baccan, vedova Da Ponte, non aveva mai fatto mancare la sua presenza a fianco del marito, anch'egli molto conosciuto in città per il suo impegno nelle associazioni combattentistiche e d'armi.
Oltre al fratello Giuseppe Baccan, residente in centro a Preganziol, la maestra “Giuseppina” lascia i figli Alessandri, Alberto e Armando, oltre al nipote Pietro, architetto. Ha esalato l'ultimo respiro giovedì, accompagnata dal loro conforto. Il corteo funebre partirà dall'obitorio dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso alle ore 10.10 per il suo ultimo ritorno a Preganziol.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso